Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

L’ iperlocale ha fatto flop, ma è solo un esperimento

Una pagina del sito Non funziona LoudounExtra.com, un sito di informazione iperlocale realizzato dal Washington Post in una contea della periferia della capitale – Secondo il Wall Street Journal si tratta di un territorio in forte espansione, in cui non si è ancora formata una nozione di appartenenza alla comunità, e per Bob Curley, il giornalista che l’ ha curato, ci volevano meno discussioni e più tempo da utilizzare sul posto – Un articolo di Philippe Couve

———-

Ha fatto molto rumore in questi giorni negli Usa – tra gli addetti ai lavori – l’ insuccesso di un esperimento di sito web iperlocale – LoudounExtra.com – che il Washington Post ha lanciato nei mesi scorsi affidandolo ad uno dei giornalisti ed esperti del settore più bravi e conosciuti,  Rob Curley, che aveva fatto “miracoli” sul web sia in Kansas che in Florida.

Ne hanno parlato vari giornali, fra cui il Wall Street Journal  in un articolo in cui viene ripresa la vicenda. E Philippe Couve – che sul suo blog  si dice ancora convinto che l’ informazione iperlocale abbia un futuro e sia probabilmente una delle direzioni che i mezzi d’ informazione devono seguire per adattarsi ai novi usi del web – ne ha fatto una sintesi molto esauriente. Ricordando anche che molti, anche in Francia, avevano accolto l’ iniziativa  con molto interesse.


Il Washington Post ha lanciato in una contea a 40 km da Washington un sito d’ informazione iperlocale: LoudounExtra.com. Per realizzarlo il gionale è andato a chiamare uno dei giornalisti-sviluppatori più dotati della sua generazione (37 anni).

Obbiettivo: trattare con dei grandi mezzi (relativemente) sul web l’ attualità di quella contea della periferia di Washington, che conta 270 000 abitanti.

Solo che ecco: il sito non ha mai decollate e i potenziali internauti, invece di pubblicare i loro contenuti (resoconti di incontri sportivi, riunioni di genitori di alunni, ecc.) lo hanno snobbato.

Perché? L’ articolo del Wall Street Journal – spiega Couve – ritiene che in questa periferia in piena crescita non si è ancora sviluppata una nozione di appartenenza alla comunità e questo rende difficile l’ impianto di un sito comunitario.

D’ altra parte, Rob Curley riconosce di non aver passato abbastanza tempo sul campo e di averne speso troppo invece in discussione con i colleghi sulla definizione e la funzione di un sito iperlocale. E indica anche il fatto che sono stati realizzati pochi ponti fra il sito del Washington Post e quello del suo cuginetto locale.

Secondo gli analisti citati dall’ articolo, il sito mancava anche di “impegno” nei confronti della comunità.

E infine Rob Curley spiega che la funzione di aggregatore del sito, che avrebbe dovuto proporre tutto quello che concerneva il territorio e che veniva a mano a mano pubblicato su You Tube o altre piattaforme di condivisione di video/foto/, ecc. è stata bloccata dai legali.

Bilancio: Rob Curley e la sua équipe partono ora per una nuova esperienza in un giornale di Las Vegas. Quanto al Washington Post, l’ esperimento non viene abbandonato, proseguirà.