Dopo la presentazione a Roma dell’ edizione italiana di Current Tv, il canale televisivo partecipato creato da Al Gore, un convegno sulla “individual tv†– La tv del futuro dovrebbe essere “personalizzata, ad alta definizione, sempre raggiungibile e a costi accessibili” – Entro 8 anni il mercato della tv digitale dovrebbe quintuplicare il suo volume di affari raggiungendo i 500 miliardi di euro – Ma questo sviluppo è legato alla diffusione della banda larga e l’ Italia in Europa, in questo settore, è il fanalino di coda – L’ esperimento YKS, la “tv ‘fatta’ dal pubblicoâ€
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di Andrea Fama
La settimana scorsa Roma ha ospitato il poliedrico Al Gore per il lancio in Italia della sua Current Tv (vedi lsdi, Al Gore all’ Ambra Jovinelli in un incontro “pieno di energia” ), primo esempio di televisione partecipativa al mondo. A pochi giorni di distanza la storia si ripete, in termini similari, a Portofino, cornice di un convegno – organizzato da Ericsson – e dedicato alla “Individual Tv”, ovvero la televisione del futuro secondo la multinazionale svedese delle telecomunicazioni: "personalizzata, ad alta definizione, sempre raggiungibile e a costi accessibili".
Nello specifico, si tratta di una tv interattiva che consente all’utente la totale gestione del palinsesto, che sarà, nelle parole di Cesare Avenia – amministratore delegato di Ericsson Italia – “di alta qualità digitale e con contenuti all’altezza”. Una televisione “liquida”, costruita di volta in volta a misura di telespettatore, e che dovrebbe spingere ulteriormente la crescita del mercato della tv digitale, che tra otto anni, secondo le stime fornite durante il convegno, dovrebbe quintuplicare il proprio volume d’affari fino a raggiungere i 500 miliardi di euro.
La nota dolente è che il futuro di questo nuovo, personalissimo paradiso televisivo digitale, che presto dovrebbe soppiantare quello catodico generalista, è legato a filo doppio allo sviluppo della banda larga, che vede l’Italia cronicamente fanalino di coda in Europa: “se non ci sono gli investimenti sulla banda larga tutte queste opportunità si perdono", sostiene in proposito Avenia, secondo cui “la situazione italiana deve essere rilanciata dal governo, che dovrà metterla al primo posto della sua agenda”.
Di parere analogo si è mostrato anche il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, convinto del fatto che “investire nella banda larga significa investire nel sistema Paese”.
Nel corso del convegno, intitolato “Are you my televisionary?” (“sei tu il mio televisionario?”), oltre che della Tv del futuro si è discusso anche del futuro della Tv, e del ruolo sempre più centrale che il telespettatore è destinato a ricoprire. Di fatto, l’appetito dell’ utente è già stato stuzzicato dal lancio della cosiddetta tv on demand, che si piega nei modi e nei tempi alla volontà dello spettatore e che, grazie a questa sua flessibilità, ha già sottratto interessanti quote di mercato all’ormai superata tv generalista. A quanto pare, però, non si è trattato che di un antipasto, visto che il telespettatore, probabilmente frustrato da anni di indigesta tv spazzatura e stanco di essere il ricettacolo di una programmazione indiscriminata più che generalista, punta adesso a promuoversi come produttore attivo di contenuti, piuttosto che abulico ricettore di contenitori.
Tra la Current Tv di Al Gore e i progetti di Ericsson, si frappone YKS, il canale della net generation (vedi Lsdi, E’ nata YKS, la web-tv “fatta” dal pubblico): una multipiattaforma nata dalla sinergia di Telecom Italia e TheBlogTv, visibile su Sky, sul portale Virgilio.it e presto sui telefoni cellulari.
A differenza di Current Tv, che si avvale solo per il 30% dei contributi degli spettatori, YKS è interamente partecipativa e, pur non avendo un palinsesto, si distingue dal caos indiscriminato di YouTube grazie ad un processo di selezione del materiale, ad una cornice grafica adeguata ed alla suddivisione in categorie, dallo sport all’intrattenimento alle news.
Secondo Andrea Soldani, anima di YKS, l’informazione offerta sull’innovativa piattaforma è “più aperta al locale, ai resoconti autentici di chi vive luoghi e situazioni, non solo di chi è semplicemente ‘inviato’… Puntiamo a costruire una rete di blogger-collaboratori sparsi sul territorio, coordinata a livello centrale, che crei quell’effetto di pluralismo che ancora manca nella tv italiana”.
Ancora una volta, per una diffusione davvero capillare di questo pionieristico modello di televisione sarà necessario lo sviluppo della banda larga, che consentirebbe a tali contenuti di viaggiare ad alta definizione tra televisioni, computer e telefoni cellulari, in una rete di condivisione partecipativa finalmente gestibile e fruibile in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.
Come a dire: la tv è mia e decido io.