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Media in Russia: ancora niente mercato, tutto in mano a grandi holding e Stato

Una struttura piramidale, con dieci potentissime holding e al vertice i poteri locali e federali – Jasen Zasurskij, rettore della facoltà di giornalismo dell’Università Statale di Mosca, e molti giornalisti ritengono che il futuro del giornalismo russo sia legato strettamente al successo delle riforme economiche, al fatto che l’ economia del paese diventi “effettivamente libera, di mercato”

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di Valentina Barbieri

 

Nel mercato russo dei media le dimensioni contano.

Partendo da questa massima semi-seria possiamo approdare ad una riflessione più generale sull’economia del settore della comunicazione in Russia, settore nel quale alla lunga sembrano sopravvivere solo lo stato e le grandi holding.

L’economia di mercato infatti non è mai riuscita a svilupparsi nel settore dei media, non esistendo in questo mercato nessuna legge contro il monopolio.

L’ evoluzione in corso sembrerebbe quindi riportare i mass media ad una struttura di tipo piramidale, che avvantaggerebbe i magnati dei media, i poteri locali e federali.

Secondo l’ “Agenzia Federale per la stampa e la comunicazione di massa”, in Russia ci sono oltre dieci potenti holding dei media con una capitalizzazione reale che in alcuni casi supera i 13,5 miliardi di rubli (equivalenti a 378 milioni di euro): RBK, Prof-Media, Russian media Ventures, Independent Media Sanoma, Moskovskij  Komsomolec, Gazprom Media*.

Gazprom Media è controllata, come il nome suggerisce, dalla compagnia energetica Gazprom.

Il sito cjes.ru (Centre for Journalism in Extreme Situations) riporta che recentemente il direttore generale di Gazprom Media, Nikolaj Senkevič, ha annunciato il completamento della ristrutturazione globale della holding,  durata due anni e mezzo. Ora tutti gli utili del gruppo vengono gestiti da un unico centro operativo, Gazprombank.

Ricordiamo che Gazprom controlla le società televisive «NTV», «TNT», il canale satellitare «NTV +», le stazioni radiofoniche «Echo Moskvy», «SITI-FM», la casa editrice «Sem’ dnej (Sette giorni)», i giornali  «Itogi», «7 dnej – teleprogramma», «Karavan istorij».

La banca Rossija a dicembre dello scorso anno ha acquistato da Gazprom Media la quota di controllo nel giornale «Izvestia».

Prof-Media, una delle principali holding dei media in Russia, possiede «TV3», «2+2» (Moscа), «Rambler Media» e diverse stazioni radiofoniche, tra cui «AvtoRadio».

«Pervyj kanal» (Canale 1) è il canale televisivo più diffusa e popolare in Russia. Dal settembre del 2001 il consiglio di direzione di «Pervyj kanal» (all’epoca ORT) è costituito da rappresentanti statali**.

A queste società si è recentemente aggiunto un nuovo colosso mediatico. Il 15 febbraio la società radiofonica e televisiva TRK «Peterburg (Pietroburgo)» e «REN-TV» si sono fuse in una nuova

holding, «Mediagroup nazionale (Nacional’naja media gruppa)» (NMG).

I fondatori della holding sono i principali azionisti dei canali televisivi: la banca Rossija (Russia), la società per azioni Severstal’ (acciaio) e Surgutneftegaz (petrolio e gas) e la compagnia di assicurazioni Sogaz.

“I fondatori hanno deciso di unire le proprie risorse allo scopo di aumentare la competitività e di ottenere una gestione più efficace dei canali televisivi” si legge nel comunicato della conferenza stampa.

Presto la holding includerà anche «Izvestija». La «Komsomol’skaja Pravda» (КP) invece per il momento ha deciso di non entrare nei giochi

Il sito gazeta.ru sottolinea come non risulti chiaro, al momento, se questa fusione arricchisca il panorama nazionale, “in quanto la creazione di un forte gruppo mediatico non migliora necessariamente la posizione sul mercato di questo o quel mezzo di comunicazione”.

Michajl Fedotov, segretario dell’Unione dei giornalisti lo ritiene invece un passaggio appropriato, in quanto media non statali con questa fusione diventeranno più forti professionalmente e finanziariamente. Anch’egli avverte però il rischio della monopolizzazione.

Vladimir Sungorkin, direttore generale della «Komsomol’skaja Pravda»  prevede che la nascita di questa nuova holding non determinerà cambiamenti radicali nel mercato dei media.

Più pessimista invece il giornalista americano Michael Hedges, fondatore con Philip Stone del progetto giornalistico followthemedia.com. Rileva che “la concenrazione può avere un effetto negativo sulle holding dei media, per non parlare del mercato dell’informazione.

La soluzione, come spiega Jasen Zasurskij, rettore della facoltà di giornalismo dell’Università Statale di Mosca, starebbe nel libero mercato. Scrive infatti:

la nostra maggiore difficoltà ora è nel campo della libertà d’impresa. Il futuro del nostro giornalismo, dei nostri mezzi di comunicazione di massa dipende dal successo delle riforme economiche, dal fatto che la nostra economica diventi effettivamente libera, di mercato***.

Link di riferimento:

– Media Atlas (in russo) http://www.mediaatlas.ru
– Cjes (in russo ed inglese) http://www.cjes.ru
– M.Hedges, Media consolidation, Russian style, followthemedia.com, 22/02/2008 (in inglese) http://www.followthemedia.com/bigbusiness/rossiya22022008.htm
– A.Rebel’, Nacional’noe gazetotelevidenie, gazeta.ru, 15/02/2008 (in russo)
http://www.gazeta.ru/business/2008/02/15/2638231.shtml

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*Federal’noe agentstvo po pečati i massovym kommunikacijam, Rossijskij rynok periodičeskoj pečati,
http://www.fapmc.ru/Reports/item71.html ,  p. 4

**A.Bogomolov, Novosti iz Rossii. Russkij jazyk v sredstvach massovoj informacii, izd. Russkij jasyk. Kursy, Mosca, 2006, p. 24

***Ja.I.Zasurskij, Tendencii funkcionirovanija SMI v sovremennoj strukture rossijskogo obščestva in  Sredstva massovoj informacii Rossii, izd. Aspekt Press, Mosca, 2005, p.20

 

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