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Indipendente, digitale e partecipativo.
E’ con questi tre aggettivi che il direttore Edwy Plenel definisce Mediapart, il nuovo giornale che è partito domenica su internet dopo diversi mesi di gestazione (Vedi Lsdi, https://www.lsdi.it/2008/02/06/mediapartfr-sotto-attacco-giudiziario/).
Con Plenel, altri tre noti giornalisti, François Bonnet, Gérard Desportes e Laurent Mauduit.
Ex capo redattore di Le Monde (dove ha lavorato fra il 1980 e il 2005), 55 anni, giornalista investigativo molto noto ma spesso anche criticato, Plenel ha presentato Mediapart al Salone del Libro di Parigi, confermando la volontà di privilegiare “il giornalismo sul campo, l’ inchiesta”.
Per lanciare il progetto sono stati previsti investimenti per 3,7 milioni di euro. I fondatori controlleranno il 60% del capitale, il resto sarà diviso fra la Società degli amici di Mediapart e tre investitori.
Fino a oggi, martedì, l’ accesso al sito è libero. Da mercoledì diventerà a pagamento: 9 euro mensili (cinque per i giovani sotto i 25 anni e i disoccupati).
Plenel ha annunciato (all’ AFP) di aver già registrato 3.300 abbonati, aggiungendo che “l’ obbiettivo dei 5.000 abbonamenti entro marzo dovrebbe essere a portata di mano”. Anche perché dovrebbero aggiungersi abbonamenti di gruppo. L’ obbiettivo di medio periodo è comunque un tetto di 25.000 abbonati entro marzo 2009.
La redazione comprende 26 giornalisti professionisti e ha sede a Parigi in un palazzo del 12° arrondissement.
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“Mediapart – spiega Plenel in un ampio editoriale – è un giornale diverso da tutti gli altri. Un giornale del XXI secolo che vuole reinventare la tradizione democratica e professionale a cui si richiama”.
· Un giornale indipendente, digitale e partecipativo
– Indipendente perché “è dei giornalisti” e non dipende da nessun gruppo industriale o partito politico.
– Digitale. Non è né il sottoprodotto di un giornale già esistente, né un sito di complemento. Utilizzando tutte le potenzialità della rivoluzione digitale – spiega Plenel – Mediapart rompe con le logiche di flusso che, su internet, uniformano e banalizzano l’ informazione.
Avrà tre edizioni quotidiane (alle 9, alle 13 e alle 19) e una edizione settimanale, proponendo ai lettori degli appuntamenti fissi che finiscono per essere dei punti di riferimento nella incessante fluttuazione dell’ attualità.
– Infine, e soprattutto, Mediapart è un giornale partecipativo, come indica il suo stesso nome. E’ un giornale di un club dove i lettori possono esprimersi liberamente, creare la propria attualità, lanciare I loro dibattiti, sollevare discussioni, provocare delle riflessioni.
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Si tratta – spiega ancora Plenel – di un giornale democratico senza equivalente.
Integrando la rivoluzione simbolizzata, sulla rete, dalla ssibilità di personalizzare i media, Mediapart si sforza di rifondare la relazione fra un giornale e i suoi lettori: intorno al giornale, che chiaramente si basa dalla competenza professionale dei suoi redattori, esso apre un vasto forum che viene lasciato alla libera responsabilità dei lettori-collaboratori.
Il modello economico di Mediapart richiama la questione democratica. Mediapart è un giornale a pagamento: abbonandosi il lettore ha accesso a tutti i contenuti e dienta membro di un club a cui può contribuire liberamente.
Questa scelta non è soltanto la condizione della nostra indipendenza: non dipendere finanziariamente che dai propri lettori è avere la garanzia di restare veramente liberi. Ed è anche una scelta che si lega alla nostra volontà di costruire un pubblico attivo, responsabile e fedele