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Nel 2012 metà della rete sarà occupata da video

Le previsioni sono della Cisco, secondo cui anche le entrate pubblicitarie legate al settore sono destinate a lievitare nettamente, sfiorando entro quattro anni i 4,3 miliardi di dollari – Un articolo di Visionpost

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Nel 2012 il 50 per cento del traffico internet sarà costituito da immagini in movimento. E anche le entrate pubblicitarie relative sono destinate a impennarsi. A sostenerlo è la Cisco nel suo Visual Networking Index. Lo spiega Emanuela Di Pasqua in un articolo su Visionpost, aggiungendo che “per i filmati sul web si prospetta un futuro più che roseo”.

“Tutti pazzi per i video”, insomma, commenta Di Pasqua, ricordando che si tratta di una “tendenza, in piena esplosione, trainata da YouTube, dal file sharing, dalla filosofia del contributo dal basso e confermata da realtà come Hulu”.

Si tratta di una “neonata operazione commerciale di alto profilo (e che non per niente porta le firme prestigiose di Murdoch, Nbc Universal e General Electric) che ha l’ambizione di realizzare un’ampia rete di distribuzione di internet video. Del resto segnali del fatto che il video in rete stesse andando parecchio forte ce ne erano già stati e il fatto che uomini del calibro di Rupert Murdoch abbiano annusato da tempo odore di affari nel business dei filmati per il cyberspazio è indicativo”.

Emanuela Di Pasqua cita, in particolare, uno studio promosso da Comcast (di cui ha parlato Visionpost) e risalente al 2007, secondo cui nel mese di settembre il 75 per cento degli americani aveva visto almeno un video online, per un totale di 9 miliardi di filmati visti”.

Quanto allo studio del Cisco Visual Networking Index, “già oggi, dice la società americana, ogni mese viene trasmessa su internet una quantità di video pari a 2 miliardi di DVD. Entro l’anno questo settore rappresenterà il 30 per cento del traffico generato dalla rete e il 50 per cento entro il 2012. E, di pari passo, anche le entrate pubblicitarie legate al genere sono destinate a lievitare, sfiorando entro il 2011 i 4,3 miliardi di dollari”.

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