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Cento giornalisti e ciber-dissidenti in prigione, giornalisti stranieri bloccati e minacciati nonostante le ripetute promesse di Pechino di dar loro la “massima libertà” prima delle Olimpiadi – sia nel Tibet che nelle zone del Sichuan colpite dal terremoto.
Censura costante, online e altrove. Mancano tre settimane all’ apertura dei Giochi e l’ Ifex lancia un appello per accrescere la pressione per la difesa della libera espressione in Cina.
Mentre RSF (Reporters sans frontiers) insiste sul suo invito ai capi di Stato a boicottare le cerimonie di aperture – sembra che il presidente francese Nicolas Sarkozy sia ritornato sulla sua decisione e abbia rinunciato all’ impegno preso di assistere alle Olimpiadi solo se le autorità cinesi avessero avviato un vero dialogo con il Dalai Lama – e lancia un appello ai cittadini a manifestare, alla vigilia dell’ aperture dei Giochi, davanti alle ambasciate della Repubblica popolare cinese.
RSF e altre organizzazioni che fanno capo all’ Ifex – fra cui il CPJ (Committee to protect journalists) e la Federazione internazionale dei giornalisti (FIJ) sono impegnate anche nella campagna per la liberazione degli “Otto PO” (Prigionieri di Opinione) cinesi prima dell’ 8 agosto, giorno dell’ apertura delle Olimpiadi. Fra le altre iniziative è possibile inviare delle lettere di protesta alle sedi diplomatiche cinesi, tramite http://www.youtube.com/watch?v=35DmnlIJlJU e scaricare delle lettere già preparate da http://www.visual-artists-guild.org/
Una petizione è stata lanciata anche dal PEN International « We Are Ready for Freedom of Expression » (Siamo pronti per la libertà di espressione) a favore dei 44 giornlisti e scrittori in carcere: http://www.pen.org/page.php/prmID/1527
Tre centri del PEN International – il PEN cinese indipendente, il Centro Usa e il PEN Canada hinois indépendant – affermano che la situazione della libera espressione in Cina si è deteriorata in maniera molto profonda nel giro di un anno “sotto gli occhi della comunità internazionale”, tanto che ci sono attualmente più scrittori e giornalisti cinesi in prigione che sette mesi fa.
Un Rapporto sulla situazione è su http://www.pen.org/chinareport
Più di 30.000 giornalisti stranieri sono attesi ai Giochi – tre per ogni atleta – ed è per questo che la Federazione internazionale dei giornalisti ha stretto un accordo con “Play the Game”, un’ organizzazione politica che segue la scena sportiva, per lanciare “Play the Game for Open Journalism”, un sito web per i reporters che vanno in Cina e che non sanno quale livello di libertà avranno per fare il loro lavoro. Consigli e trucchi (anche da parte dei colleghi locali) sul modo di muoversi professionalmente a Pechino, come affrontare questioni delicate, protezione delle fonti, ecc. Tutto questo si trova su: http://www.playthegameforopenjournalism.org
Ricordando che la conoscenza dei propri diritti è essenziale e che l’ accesso ai sitgi web può essere censurato, Human Rights Watch e il CPJ hanno pubblic ato una guida di sopravvivenza in formato tascabile, ideale per gli inviati. Se non si ha tempo per ordinarlo, si può comunque scaricare la guida (“Reporters’ Guide to Covering the Beijing Olympics") su http://china.hrw.org/. La guida – che presto sarà disponibile anche in tedesco, spagnolo, francese e giapponese – contiene le regole basilari che i cronisti dovrebbero seguire in caso di fastidi con i funzionari di polizia sul terreno.
In caso di difficoltà serie, i giornalisti potranno chiamare un numero di telefono allestito dalla FIJ per un aiuto e dei consigli urgenti. Sarà utile soprattutto ai 10.000 giornalisti che sbarcheranno a Pechino senza accredito: + 32 475 76 13 92. Le linee telefoniche saranno attive dal 20 luglio al 31 agosto.