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"Come scoprire e diffondere dossier scomodi vietati alla stampa". Avevamo titolato così, su Lsdi nel gennaio del 2007, una notizia sulla nascita di Wikileaks, il sito che si definiva una “agenzia di intelligence autogestita” e che è stato oscurato in questi giorni da un giudice della California.
Da qualche ora, spiega Punto informatico, “la rete è stata privata dell’accesso più semplice ed ovvio a 1,2 milioni di documenti incandescenti. Tanto era il "bottino" accumulato dal 2006 ad oggi dal sito meno politically correct della rete (…). Un materiale ora inaccessibile ai più: il motivo è una ordinanza di un giudice californiano che sta indagando su quanto pubblicato sul sito”.
Il provvedimento, aggiunge Michele Bruno su blog.mytech , si è reso necessario per approfondire un caso imbastito da una banca svizzera, del gruppo Julius Baer, che si sarebbe sentita diffamata da documenti che l’accuserebbero di pratiche illegali, riciclaggio di denaro, evasione fiscale e via dicendo.
Il giudice ha ordinato al provider che ospita il sito, Dynadot, di rimuovere i record DNS di Wikileaks dai propri server. Non solo: l’operatore dovrà “impedire che il nome a dominio che porta alla pagina web di wikileaks.org porti a qualsiasi altro sito o server diverso da una pagina bianca, fino a quando non riceverà nuovi ordini da questo tribunale”. Il nome a dominio è stato sigillato per evitare che venga trasferito altrove per far ripartire il sito.
Negli ultimi mesi – ricorda Bruno – Wikileaks aveva dato spazio a documenti più che scottanti: un rapporto segreto su Guantanamo, campagne di propaganda, lo stato tedesco pronto a intercettare Skype.
Nonostante non sia più raggiungibile dall’indirizzo wikileaks.org, il sito è pur sempre accessibile dal numerico: 88.80.13.160. E molto probabilmente – conclude Bruno – rispunterà con un altro dominio, registrato in uno stato più permissivo.