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Dozzine di lettori stanno inviando email caustiche alla direzione di numerosi giornali Usa, fra cui anche il prestigioso Chicago Tribune, criticando duramente la decisione di distribuire insieme al giornale, come avviene ogni domenica, l’ edizione della rivista Parade con una intervista postuma al leader dell’ opposizione pakistana Benazir Bhutto, dieci giorni dopo la sua uccisione.
L’ intervista risale alla fine di novembre. Il magazine, andato in stampa il 21 dicembre, è stato distribuita in 32 milioni di copie a più di 400 quotidiani.
“Sono ciò che i terroristi temono di più, una leader politica donna che lotta per portare la modernità in Pakistan”, spiega Bhutto al giornalista Gail Sheehy, che l’ha intervistata nella sua città natale di Larkana, “Ora stanno cercando di uccidermi”. Una profezia che si è purtroppo rivelata esatta, rileva una nota dellÂ’ AP del 7 gennaio.
L’editore di Parade, Randy Siegel, ha spiegato che la rivista è andata in stampa il 21 dicembre ed è stata consegnata alle 400 edicole statunitensi prima che la Bhutto fosse uccisa in un attentato il 27 dicembre, dopo un comizio nella città di Rawalpindi. La versione su internet dell’articolo è stata aggiornata, ha precisato Siegel, ma per ristampare la versione cartacea era troppo tardi. ( ). Alla fine comunque la rivista ha deciso che ‘’si trattava di una importante intervista da far conoscere ai cittadini americaniÂ’’.
‘’OK, non dubito che l’ intervista fosse estremamente significativa – osserva Amy Gahran su Poynter -, ma via! Steve Outing ha perfettamente ragione: questo magazine dalla copertina fuori del tempo era assolutamente imbarazzante’’.
“Penso che è passato il tempo in cui una pubblicazione che vuole stare sulle notizie si possa permettere il lusso di avere un ciclo di produzione di 2 settimane – ha commentato Outing -. Parade non può farcela con storie ‘evergreen’ o… aggiornate’’ in un’ epoca di informazione globalizzata e istantanea.
Ma Amy Gahran ha espresso sul suo blog anche ‘’meraviglia per il fatto che qualcosa del genere sia accaduto a Karen Matthews, l’ autore dell’ articolo dell’ AP — visto che esso non cerca neanche di approfondire o contestare le debolissime scuse dell’ editore di Parade. Né – continua Garhan – lo fa Romenesko. E’ un fatto scoraggiante, perché l’ AP è un servizio che, perdiana, si è basato per decenni proprio sul ciclo dell’ informazione continua.
Come possiamo aspettarci che delle redazioni fuori moda si sveglino e sentano il profumo del 21/o secolo – conclude Gahran – se noi non facciamo altro che stenografare le loro scuse?Â’Â’.
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L’ intervista (eng) comunque è qui: http://www.parade.com/benazir_bhutto_interview.html.