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La decisione di andare avanti a porte aperte nel processo per l’ assassinio di Anna Politkovskaja (vedi Lsdi, Processo spettacolo o sintomo dei mali della Russia?) è stata salutata come un fatto di grande importanza da giornalisti, scrittori, ex magistrati, che vi vedono il segno di una maturazione di importanti settori della società e delle istituzioni.
Valentina Barbieri ha raccolto alcune delle voci più significative che si sono levate in questi giorni.
Sergej Sokolov, redattore capo della «Novaja Gazeta»
“Per la Russia questo è un momento molto importante, in cui i giurati iniziano ad agire con consapevolezza e danno prova di una posizione civica, di valore civile. (…) La procura, che chiedeva un processo a porte chiuse, è stata costretta a dichiarare che il processo avverrà a porte aperte. E anche il giudice è stato costretto a dichiarare che il processo avverrà a porte aperte. (…) Penso che sia ora di occuparsi dell’omicidio e non degli intrighi attorno al processo per l’omicidio di Anna Politkovskaja.”
Nina Ognjanova, coordinatrice del programma di Europa e Asia centrale del Comitato per la difesa del giornalisti
"La società, la stampa e persino gli stessi giurati vogliono che questo processo sia aperto ai media. La giustizia ha bisogno che non ci sia nessuna barriera di segretezza.”
Aleksandr Samarin, giornalista della «Nezavisimaja Gazeta»
“L’importanza sociale del processo è indubbia. Che il processo avvenga a porte aperte è quindi una questione di principio. I tentativi di impedirlo dimostrano la grande attualità dei tentativi del presidente di riformare il sistema giuridico. (…)”.
Dall’appello sottoscritto dai direttori di Kommersant, Echo Moskvy, Izvestija, Komsomol’skaja Pravda, Novaja Gazeta, e dell’ex presidente dell’URSS Michail Gorbačёv per chiedere che il processo di Anna Politkosvkaja avvenisse a porte aperte:
“Un processo a porte chiuse priva la società del diritto ad un’informazione obiettiva su questo argomento.”
Viktor Tregubov, giornalista di “24”
“Secondo i colleghi della giornalista assassinata, la ragione della scelta delle porte chiuse potrebbe essere la probabilità che emergesse la corruzione, come minimo degli alti circoli delle strutture “forti” del paese, come massimo del governo. Ricordiamo che uno degli indagati è un ex collaboratore dell’UBOR (Direzione per la lotta contro la criminalità organizzata) e l’altro è un ex ufficiale del FSB (servizio federale di sicurezza).”
Leonid Nikitinskij, autore del romanzo “I segreti della camera di consiglio”, creatore del programma “Il club dei giurati” della Camera pubblica della Federazione Russa
“Per quanto riguarda la dichiarazione, da parte dei giurati, che non erano contrari alla stampa, attraverso la loro voce la società civile è intervenuta, anzi, ha fatto irruzione nella battaglia tra giudici e giornalisti sull’apertura del processo. Le dichiarazioni sull’apertura del processo sono sotto i riflettori, mentre sullo sfondo i giudici chiudono sempre più spesso le porte di processi concreti, reali.
Alcuni processi devono avvenire per legge a porte chiuse, ma nella maggioranza dei casi è il giudice a cercare un pretesto per impedire l’ingresso in aula del pubblico. Lo fa perchè non intendano scrivere della cattiva conduzione delle indagini oppure semplicemente perchè lo preferisce. È più comodo così? In effetti sì, anche per i giurati: se nell’aula non c’è la stampa, le testimonianze saranno più precise. Basta questo pretesto per chiudere il tribunale? I giurati hanno deciso di no, e la loro decisione corrisponde molto di più all’essenza della giustizia rispetto al desiderio (forse in buona fede) del giudice di “rendere più confortevole” il processo.
Sergej Pašin, professore, ex giudice federale del Tribunale statale di Mosca
Nel complesso, questo scandalo testimonia che la nostra società è già matura per il processo con i giurati. I giurati non hanno permesso a nessuno di mentire nel loro nome.
Genri Reznik, presidente della Camera degli avvocati di Mosca
Vedo tre possibilità. La prima ipotesi: il giudice Evgenij Zubov ha detto la verità, i giurati in effetti si sono rifiutati di entrare in un processo pericoloso, perchè era presente la stampa. In questo caso la decisione del giudice Zubov sulla chiusura del processo non è legale, perchè questi giurati non possono prendere decisioni sulla giustizia. Seconda possibilità: il giudice ha distorto la reale posizione dei giurati, che si opponevano semplicemente alle telecamere. In questo caso, secondo la legge, il giudice ha il diritto di non lasciare entrare i cameraman, ma la legge non vieta la presenza in aula dei giornalisti. Se è successo proprio questo, è un caso di abuso di potere da parte del giudice, ciò mette in dubbio la sua imparzialità e mette in cattiva luce la sua reputazione professionale. Terza possibilità: i giurati non hanno espresso in maniera chiara la propria posizione, e il giudice si è semplicemente sbagliato. In questo caso l’equivoco viene risolto, e la questione va analizzata in un processo a porte aperte.
Tamara Morščakova, giudice a riposo del tribunale costituzionale russo, dottore in scienze giuridiche
Eliminare la stampa dall’aula non può garantire in alcun modo la sicurezza dei giurati. Il nome dei giurati lo sanno in molti: sono iscritti in una lista, le parti hanno partecipato alla loro elezione, al processo ci sono una serie di persone legate alla creazione delle liste (ad esempio segretari, collaboratori del giudice). Ma i corrispondenti che filmano nella sala del processo, vedono solo il viso dei giurati. Chi si può nascondere da chi in questa situazione?
Nikolaj Svanidze, giornalista televisivo, membro della Camera Pubblica
Se il tribunale cerca di chiudersi all’opinione pubblica, come una conchiglia, l’opinione pubblica ha il diritto di sospettare che il tribunale intenda prendere una decisione che può essere messa in dubbio. Io non capisco perchè e su spinta di chi questo venga fatto. Il processo con i giurati è stato creato perchè normali cittadini del paese, anche se ignari delle leggi, sulla base della coscienza e del buonsenso decidano i destini di altre persone. I cittadini sono pronti a farlo.
Vladimir Perekrest, giornalista Izvestija
Esiste questo paradigma per gli psicologi: dato che la coscienza è un patrimonio non universale, una significativa parte delle persone si comporta tanto peggio quanto più questo gli viene permesso. E nel nostro paese, per nostra vergogna e rammarico, viene permesso persino molto.
(…) Lo permette anche il tribunale che truffa, come un baro, perchè il processo per la morte di Anna Politkovskaja sia fatto a porte chiuse. Perchè? Cosa vogliono nascondere ai giornalisti e di conseguenza alla società?
Redazione, Nezavisimaja Gazeta
Il ripristino di questo istituto (il processo con giuria, ndT) nella Russia post sovietica è stato determinato dalla necessità di superare l’allontanamento del potere dal popolo. L’espressione più evidente di questo è il carattere d’accusa della giurisdizione nazionale. Dalla metà degli anni ‘60 fino alla metà degli anni ‘80, i giuristi confermano che non c’è stata nessuna sentenza di assoluzione. Oggi, secondo alcuni dati, le sentenze di assoluzione sono meno dell’1% del totale. Nei processi con la partecipazione dei giurati le sentenze di assoluzione sono circa il 20%, come nel resto del mondo.(…)
Si accusano i giurati della mancanza di conoscenze specifiche. Tuttavia per stabilire il fatto del reato (di più dalla giuria non si chiede) non serve formazione professionale. Per valutare il peso delle prove, serve semplicemente buonsenso. Chi si oppone al processo con giuria nega che i cittadini del paese abbiano la vera qualità comune a tutta l’umanità. Risulta che un russo può scegliere il presidente, ma non è in grado di giudicare le prove di un delitto. (…)
E se non ci si può sbarazzare della giuria, si può dichiarare un processo a porte chiuse. Il processo con giurati è lo strumento della nuova giustizia russa, strumento per una maggiore giustizia delle decisioni cruciali da prendere. Le difficoltà della crescita di questo istituto sono naturali, e bisogna superarle attraverso ogni possibile difesa e sostegno, e non con l’abolizione.
La società è interessata al fatto che siano aperte le porte delle sedute del processo, nel corso delle quali può venire alla luce l’infondatezza dell’indagine e dell’accusa. E in quel caso sarà evidente che i giurati sono necessari per la riforma non solo del sistema giudiziario ma anche di tutto il sistema della tutela dell’ordine pubblico e della difesa dei diritti umani in questo paese .
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Требуется открытое правосудие, C’è bisogno di una giustizia aperta, Nezavisimaja Gazeta, 20.11.2008
http://www.ng.ru/editorial/2008-11-20/2_red.html
Сергей Соколов «Попытка превратить процесс в спецоперацию не удалась», Sergej Sokolov «Il tentativo di trasformare il processo in un’operazione segreta è fallito», intervista a Sergej Sokolov a Radio Svoboda. Intervista di Dmitrij Volček, Radio Svoboda, 25.11.2008
http://www.svobodanews.ru/Transcript/2008/11/25/20081125233139187.html
«19- Гражданское общество рождается в совещательных комнатах присяжных», 19. La società civile nasce nelle camere di consiglio dei giurati, Leonid Nikitinskij, Novaja Gazeta, 24.11.2008
http://www.novayagazeta.ru/data/2008/87/28.html
Комитет по защите журналистов приветствовал открытость судебного процесса по делу об убийстве Политковской, il Comitato per la difesa dei giornalisti ha approvato l’apertura del processo per l’omicidio di Anna Politkovskaja, Kavkazskij Uzel, 26.11.2008
http://www.kavkaz-uzel.ru/newstext/news/id/1233938.html
Судья хочет скрыть правду, il giudice vuole nascondere la verità, Viktor Tregubov, 24.11.2008
http://24.ua/news/show/id/74390.htm
Bollettino settimanale del Centro per il giornalismo in Situazioni estreme,
http://www.cjes.ru/bulletin/?bulletin_id=3166&country=Russia
Судебный процесс обраcтает сенсациями, Il processo cresce di sensazionalismo in sensazionalismo, Aleksandr Samarin, Nezavisimaja Gazeta, 27.11.2008
http://www.ng.ru/politics/2008-11-27/1_judge.html?mthree=9
Комментарии, Commenti, Novaja Gazeta, 24.11.2008
http://www.novayagazeta.ru/data/2008/87/29.html
Смертная казнь за честное слово, Vladimir Perekrest, Izvestija, 26.11.2008
http://www.izvestia.ru/opinion/article3122920/