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La Tv digitale sta vivendo un’incredibile fase di sviluppo. Le tecnologie sfruttate sono diverse, dal satellite al digitale terrestre, alla web Tv, passando al DVB-H e per la Tv mobile. Ma tra queste l’ IPTV (Internet Protocol Television) oggi dimostra d’essere il modello con maggiori possibilità di crescita nel gradimento degli spettatori del futuro.
E’ la conclusione a cui è giunto uno studio sulla TV del futuro, realizzato da Isimm (http://www.isimm.it/ ) in collaborazione con l’Università di Roma Tre e con la direzione di Enrico Menduni, e presentato nei giorni scorsi a Roma.
Fra i fattori analizzati – spiega una sintesi dello Studio a cura di Raffaella Natale -, il più importante è il passaggio, in questi anni, da un modello generalista gratuito, a un regime misto fra contenuti free e pay. Soltanto lo streaming su IP consente di assicurare sia la pay-per-view, sia il video on demand.
Il processo di frammentazione del pubblico procede parallelamente con l’affermarsi del contributo dei clienti (pay-Tv, pay-per-view, video on-demand) e la ridefinizione dei modelli di finanziamento e di business.
Il fatturato globale del settore televisivo è cresciuto tra il 2002 e il 2006 passando da circa 160 miliardi di euro del 2002 ai quasi 215 miliardi di euro del 2006, con un ritmo molto sostenuto, mai inferiore al 6% annuo, che vede gli spettatori contribuire con una sempre più crescente quota che dal 37 passa al 41%.
Non solo, a incentivare lo sviluppo è anche l’alta diffusione della banda larga. Il suo sviluppo – spiega l’Isimm – è reso possibile dalla progressiva penetrazione degli accessi broadband, con una capacità di trasporto dati superiore ai 4 Mbit/s e, nonostante la sua giovane età, la nuova piattaforma televisiva presenta tassi di crescita notevoli in molti Paesi.
A fine 2007 raggiungeva oltre 2,6 milioni di abitazioni in Francia, 500.000 in Spagna e 300.000 in Italia. Negli Stati Uniti, i tassi di crescita, nei primi mesi del 2008, per i due maggiori operatori tlc AT&T e Verizon sono stati rispettivamente il 240% e il 113%.
Secondo l’Isimm,
“…la televisione digitale continuerà a conquistare quote di mercato in Italia” anche se “per quanto riguarda l’utilizzo delle connessioni a banda larga il basso ranking italiano in confronto con gli altri Paesi rappresenta un limite naturale all’espansione della nuova piattaforma televisiva interattiva”.
L’ ISIMM ha analizzato anche i gusti dei telespettatori. La fascia d’età dai 25 ai 40 anni vede la televisione nelle ore serali e notturne, nel tempo libero viene fatto ampio uso di dvd. L’offerta generalista è apprezzata per i programmi d’informazione, per l’offerta pay sono disposti a investire su calcio, film in prima visione, serie televisive americane.
La fascia dai 18 ai 25 anni, più strategica per lo sviluppo dell’IPTV, privilegia la visione nelle ore pomeridiane e notturne, ed è più predisposta alla cross-medialità.
Lo Studio sottolinea che la televisione digitale continuerà a conquistare quote di mercato in Italia, per cinque ordini di motivi.
Il primo è che “…esiste una sensazione diffusa che la televisione generalista non esprima più lo spirito del tempo, ne interpreti significativamente istanze sociali innovative e giovanili”. Rimarrà dunque “…un corpo stagnante, senza perdite significative di ascolto (ma con un’emorragia di risorse) e un costante invecchiamento del suo pubblico. Parallelamente, i broadcaster tradizionali che hanno prodotto nel tempo contenuti di altissima qualità e possono contare su una ricca library potranno trovare proprio nelle piattaforme distributive digitali delle nuove opportunità di valorizzazione del proprio patrimonio”.
Il secondo motivo è che “…le istanze di personalizzazione, di differenziazione, di perseguimento degli interessi personali o di gruppi o nicchie a geometria variabile, che si determinano sul terreno dei consumi culturali sono affrontabili assai meglio con un’offerta altamente segmentata”.
Il terzo motivo è poi che “…esiste un’elevata correlazione tra la domanda di televisione avanzata e la diffusione di Internet e dei collegamenti veloci (banda larga, ADSL, reti di nuova generazione)”.
Importante, inoltre, anche il fatto (quarto motivo) che “…la generazione dei giovani adulti è stata socializzata non dalla televisione di stato (come i baby boomer) né da quella commerciale (come chi è nato verso il 1970), ma da una propensione crescente all’interattività e ad Internet, ai videogiochi, all’uso di dispositivi multimediali portatili e mobili ed è altamente probabile che, come già appare, tali comportamenti si trasferiranno sui consumi culturali mediali e continueranno a costituire un marchio distintivo di questa generazione rispetto alle precedenti anche nel procedere dell’età adulta”.
“…Il costo della connessione – è il quinto e ultimo motivo individuato dallo studio ISIMM per cui la Tv digitale conquisterà quote di mercato – tende a scendere e a diventare una commodity, l’offerta di contenuti video tende a essere un’attività a valore aggiunto crescente. Vi sarà, quindi, una pressione di vari soggetti ad entrare nel mondo dell’aggregazione e dell’offerta di contenuti video, anche provenendo da altri settori ed essendo privi di esperienza specifica sul campo. Poiché si tratta di aggregare contenuti piuttosto che produrli, potranno svilupparsi veri e propri ‘operatori virtuali’, come accade per la telefonia mobile. Mentre il settore della Tv generalista è altamente concentrato, qui potrà svilupparsi una concorrenza e una forse pressione sul consumatore. Questi e altri motivi inducono a considerare il settore in crescita e contraddistinto da una forte competizione”.
Il testo integrale dello studio è qui: http://tv.tiscali.it/caratteristiche/Il_futuro_della_Tv_in_Italia_def_.PDF