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E’ difficile oggi trovare qualche testata giornalistica che non abbia un blog tanto che in Usa, fra I servizi interattivi offerti dai siti web dei primi 100 giornali e riviste, i blog si piazzano al primo posto e così i commenti dei lettori ai blog stessi. Lo rileva una ricerca compiuta da The Bivings Group, secondo cui il 95% dei grandi quotidiani americani offrono blog (erano l’ 80% in 2006), mentre sono 58 fra le prime 100 riviste quelle che ne hanno uno.
Un’ altra ricerca, compiuta da Prospero Technologies alla fine del 2007 – spiega un articolo di eMarketer – ha rilevato che il 78% delle imprese editoriali Usa che usano i social media, includono i blog per le loro redazioni. E’ la “voce” più importante nella classifica, sopra i forum, i feed RSS e gli avvisi per i clienti.
Ma, sebbene molte vicende di attualtà siano partite dai log – per esempio lo scandalo che aveva investito Dan Rather nel 2005 – i giornalisti usano i blog non tanto come piattaforma per le notizie, quanto come mezzo per comunicare con i lettori e controllare la concorrenza.
In una ricerca sui giornalisti Usa condotta da PR Week, PR Newswire and Millward Brown, il 57.7% degli interpellati hanno detto di esare i blog per tastare il polso dell’ opinione pubblica, e il 51% per valutare come gli altri giornalisti stanno coprendo dei fatti. Una percentuale inferiore – meno del 30% – usano invece i blog come fonti (tabella in alto).
Analogamente, anche una Ricerca del Pew Center for the People and the Press (tabella sotto) piazza i blog sull’ informazione in basso all’ elenco delle fonte di notizie consultate regolarmente dagli americani, poco prima dello show del commentatore radiofonico conservatore Rush Limbaugh.
Un’ analisi più ampia dell’ uso dei blog è contenuta nel Rapporto die Marketer, The Blogosphere: A Mass Movement from Grass Roots.