Lo rileva nella sua ultima newsletter l’ e-media institute, annunciando la prossima pubblicazione di un rapporto dettagliato sulla produzione televisiva in Europa. Il rapporto – spiega l’ stituto – "analizza, Paese per Paese, i principali mercati-territori del vecchio continente mettendo in evidenza tendenze e valori economici di uno dei settori della filiera media oggi piú esposti a drastici cambiamenti".
"Le Instant Fiction – precisa e-media institute – hanno bisogno di un’ elevata rapidità produttiva e di grande coraggio editoriale in quanto affrontano temi delicati e spesso al centro di forti contese sociali e politiche. La dimensione di attualità di questa sorta di reality fiction produce audience e genera interesse. I britannici sono i primi in queste produzioni "coraggiose".
In Gran Bretagna sono state mandate in onda fiction sulle torture perpetrate dai soldati britannici ai prigionieri in Iraq pochi giorni dopo gli scandali del 2007, così come nei mesi seguenti l’invasione in Iraq è stato trasmesso in forma di fiction TV un processo a Tony Blair per presunti crimini contro l’ umanità in quanto co-responsabile di quella guerra. Nelle scorse settimane il team di Spooks, un telefilm di spionaggio che vede protagonisti gli uomini del servizio segreto di sua Maestá, ha sventato un complotto che mirava a far crollare l’economia britannica.
Ma è possibile – si chiede e-media institute – la Instant Fiction nei mercati televisivi latini?"
Nel dicembre 2002 c’ era stato un esperimento di istant fiction italiana, su Canale 5, “Il bambino di Betlemme” (nella foto un momento della fiction, interpetata da Umberto Brignano), realizzata da Umberto Marino sulla scia dei gravi avvenimenti dell’aprile 2002 in Terrasanta, quando per 38 giorni la Basilica della Natività di Betlemme, occupata da circa 240 miliziani palestinesi, subì l’assedio deil’esercito israeliano”. Ma non pare avesse lasciato grandi segni.