TV: in Russia “una seria carenza di idee “
Nonostante tutte le migliori tecnologie, pesa sui giornalisti televisivi una marcata mancanza di cultura – E’ anche questo motivo, secondo Ašot Džazojan, segretario dell’ Unione dei giornalisti russi, che ha spinto alla creazione di una Facoltà di Studi Superiori sulla televisione presso l’ Università Statale di Mosca – Džazojan, che ne è primo vice-decano, ne parla in una
intervista a «Novye Izvestija» rilasciata anche in occasione dell’ annuale festival dei media
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di Valentina Barbieri
In un’intervista a «Novye Izvestija», il segretario dell’Unione dei giornalisti russi Ašot Džazojan propone alcune riflessioni sulla televisione russa e sulla necessità di formare dei giornalisti specializzati nel settore.
L’intervista è stata rilasciata in occasione della nascita della Facoltà di Studi Superiori sulla televisione dell’Università Statale di Mosca, di cui Džazojan è primo vice del decano, e dell’annuale festival dei media organizzato dall’Unione dei giornalisti russi.
Per quest’anno gli organizzatori prevedono la presenza di oltre 2 mila giornalisti provenienti da tutte le regioni della Russia, più di 200 giornalisti dai paesi dell’ex Unione Sovietica, colleghi da Europa ed Asia, rappresentanti di ONU ed Unesco.
Per il giornalismo russo si tratta di un interessante occasione di confronto e dibattito sulle problematiche contemporanee.
Quest’ intervista, che avrebbe potuto trasformarsi in una semplice pubblicizzazione di questo evento, ha permesso invece a Džazojan di affrontare il problema del passaggio di testimone tra una generazione di produttori televisivi con conoscenze tecnologiche arretrate ma buone idee e la nuova generazione, capace di utilizzare le tecnologie più moderne ma privi di un’adeguata cultura.
Riportiamo qui, in traduzione, alcuni dei passi più significativi dell’intervista curata da Ekaterina Kotova.
Ašot Egišeevič, che cosa indica la nascita nell’MGU di una seconda facoltà di giornalismo, è forse uno scisma?
Assolutamente no. La facoltà di giornalismo rimane la facoltà di giornalismo. La facoltà di Studi Superiori sulla televisione è un progetto completamente diverso, che è stato determinato da molti fattori. In fisica esiste un concetto oggettivo: lo sviluppo di strutture parallele, che può continuare all’infinito. Valutate voi stessi.
Innanzitutto, in Russia al momento ci sono circa 135 facoltà di giornalismo di diverse università, ma quante di queste preparano specialisti di un livello accademico che operino nel campo della televisione? Praticamente tutte queste facoltà, che formano i futuri giornalisti televisivi, alla fine del corso di studi rilasciano, ahimè, un diploma generico. In altre parole, non esiste formalmente un titolo per la professione di giornalista televisivo.
In tutto questo bisogna tener conto che per la schiacciante maggioranza delle persone è proprio la televisione la principale fonte di informazioni, se non l’unica, e che solo la televisione oggi forma la coscienza di massa, l’opinione pubblica.
Prendiamo ad esempio una figura come il produttore. Oggi per la televisione è una figura di spicco, in pratica definisce l’organizzazione delle trasmissioni televisive e radiofoniche, ma, di nuovo, formalmente questa professione non esiste.
Perlomeno, nessuno la insegna, cosa che sarebbe invece richiesta al giorno d’oggi.
Eppure da qualche parte devono saltare fuori, questi produttori. Non mancano i quadri e neppure le persone di talento.
Si, il numero è più che sufficiente, e i talenti pure ci sono, ma la carenza culturale è evidente. Certo, il principale obbligo del produttore è rendere il prodotto televisivo vendibile, ma è sempre auspicabile, credo, che questo prodotto dia allo spettatore qualcosa che risponda a necessità, scusate, di qualcosa che sta sopra la cintura.
Per tutto quello che sa già fare l’attuale generazione dei produttori, una formazione specialistica non è necessaria, serve solamente un talento naturale. Bisogna ammettere che ci sono grandi talenti che lavorano nella nostra tv. Direi di più, che è meglio di molte televisioni occidentali, ma… (uffa, sempre questi “ma”!)… tutta l’energia e tutto il talento dei produttori di programmi televisivi, se posso esprimermi in questi termini, si spendono nel creare un “bel quadretto”. Propro cosi. Guadate come sono curate le nostre immagini televisive e come, allo stesso tempo, è povera ad esempio la lingua dei nostri telegiornali, quanti errori di sincronizzazione fanno.
Forse perché questa generazione di giornalisti televisivi, che pur ha familiarità con le più sviluppate tecnologie, manca però seriamente di idee su ciò che vale la pena dire sullo schermo.
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Al tempo stesso vi basta guardare un vecchio programma su un canale della televisione via cavo. Qui la situazione è esattamente il contrario: è un “quadretto” così così, ma lo guardi, non cambi canale.
E non per nostalgia, nota bene, ma semplicemente perchè parlano in modo interessante di cose interessanti. Ma quelli che hanno creato questi programmi non hanno ancora superato le tecnologie dell’informazione che si usavano all’inizio degli anni 80 dello scorso secolo. Ecco perchè, dando vita a questa nuova facoltà, abbiamo deciso che i maestri sarebbero stati giornalisti televisivi stimati e di esperienza, iniziando dai fondatori della televisione russa contemporanea e finendo con i maestri contemporanei.
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Fonte:
“При всех технологиях телевидению остро недостает идей" (Pri vsech technologijach televideniju ostro nedostaet idej, Nonostante tutte le tecnologie, la televisione ha una seria carenza di idee), «Novye Izvestija», 3 settembre 2008
http://www.newizv.ru/news/2008-09-03/97236/