Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Un mega database per un web 3.0

out-151.jpg E’ Freebase, una gigantesca banca dati che contiene oltre 4 milioni di argomenti (contro le 2,5 milioni di voci di Wikipedia) e che è prevalentemente alimentato da macchine e algoritmi che “succhiano” e organizzano i dati da migliaia di fonti – Un articolo di Nicola Bruno su Visionpost

———-

"Un database aperto e condiviso della conoscenza umana". E’ Freebase, un gigantesco database (circa quattro milioni di argomenti contro i 2,5 milioni di voci di Wikipedia in lingua inglese),  sviluppato dalla start-up californiana Metaweb, su cui è possibile trovare dati e risorse di ogni tipo: dai luoghi geografici ai personaggi storici, ma anche ambiti più di nicchia come la meteorologia, la programmazione informatica o la cucina indiana.

Ne parla, in un articolo su Visionpost, Nicola Bruno, spiegando che Freebase, a differenza di Wikipedia, non è compilato soltanto da utenti umani: “il grosso del lavoro – racconta – qui lo fanno gli algoritmi e le macchine che ’succhiano’ informazioni da una miriadi di fonti, a cominciare da Wikipedia, ma non solo: Flickr, il Dipartimento Usa del Commercio, Music Brainz, l’ USGS, Chef Moz e via dicendo.

Tutti questi dati vengono setacciati dagli algoritmi semantici, che li classificano secondo criteri pertinenti e li mettono in relazione tra loro. Il risultato è un enorme contenitore di informazioni strutturate, che continua a crescere a vista d’occhio”.

“A svolgere il lavoro di classificazione e organizzazione dei dati sono per lo più le macchine – aggiunge Bruno – . Ma un ruolo non indifferente spetta anche agli utenti in carne e ossa, che possono partecipare al progetto decidendo di approfondire e allargare alcune voci, a seconda dei propri interessi. Un po’ come su Wikipedia, solo che su Freebase non sono richieste competenze di scrittura, ma per lo più di associazione e di arricchimento del database”.

Forse, conclude Bruno, “non cambierà da vicino la vita di molti utenti (che continueranno ad utilizzare Wikipedia per accedere in maniera rapida alle informazioni di cui si ha bisogno al volo), ma Freebase ci proietta già nel web 3.0 prossimo venturo. In fondo, la mancanza di informazioni strutturate rappresenta una delle maggiori criticità dell’attuale rete: un’ ingente mole di dati pubblicati online spesso non è raggiungibile proprio perché condiviso in maniera anarchica. Freebase aiuterà di certo a dare un po’ di ordine a questo caos. Oltre che a renderlo più utile, divertente ed intelligente”.