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Un sito-denuncia per giornalisti incazzati

giornalisti in sciopero E’ AngryJournalist.com, una sorta di forum per “quei sottopagati, ipersfruttati, frustrati, incazzati e ignorati professionisti dei media che vogliono pubblicamente e anonimamente sfogare la loro rabbia” – “Condividi con gli altri la tua storia, non ti aiuterà a risolvere le cose, ma ti sentirai meglio”, è il motto del sito, realizzato da un giornalista di Chicago – Dal 10 febbraio quasi 1800 persone si sono “sfogate” – Qualche critica per la scelta dell’ anonimato

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Quale migliore modo per eventuali direttori che volessero conoscere le arrabbiature dei giornalisti di un sito web che raccoglie le loro critiche su gestione delle redazioni, nuovi e vecchi media, ecc.? E’ anche per questo che un giornalista di Chicago, Kiyoshi Martinez, ha lanciato AngryJournalist.com, “ una sorta di forum dove il giornalista può confessare quello che lo fa arrabbiare quel giorno”.

AngryJournalist.com dà “al giornalista incazzato un posto in cui sfogarsi e dove sa di non essere solo”, aggiunge Martinez, che controlla tutto il materiale in arrivo. Tutti i post sul sito sono anonimi e questo consente ai giornalisti di sfogarsi più facilmente. Anche se qualcuno ha criticato la scelta dell’ anonimato, ritendnolo contrario agli standard giornalistici. Ma la formula è piaciuta a molti, che si sono precipitati a sfogarsi.

Il motto del sito d’ altra parte è semplice e allettante nello stesso tempo:
“AngryJournalist.com è per quei sottopagati, ipersfruttati, frustrati, incazzati e ignorati professionisti dei media  che vogliono pubblicamente e anonimamente sfogare la loro rabbia. Condividi la tua storia. Non ti aiuterà a risolvere le cose, ma ti sentirai meglio”.

A chi arriva al sito, AngryJournalist.com pone solo una domanda:
“Perché sei arrabbiato oggi?”.

A questa domanda la seconda risposta (la prima era di prova) era stata: “Accidenti, ho distrutto la macchina”. E la quinta: “Se solo potessi trovare un lavoro come giornalista! Merda, solo tagli e recessione…”. Mentre scriviamo gli sfoghi sono arrivati al numero 1756. 

(da Editor and Publisher via the Editors Weblog)