Giornali in crisi profonda, l’ allarme della Fieg
Gli editori di giornali annunciano nel 2008 perdite del 100% e contrazioni degli utili del 30% per i quotidiani (numeri che dovrebbero peggiorare ancora nel 2009 per effetto del 25% di calo della pubblicità ) e chiedono a governo e parlamento misure “prioritarie e urgenti di rilancio del settore”- Un contesto normativo ormai ‘’obsoleto’’ e ‘’sbilanciato a favore della televisione’’ – Bene con gli Stati generali – Intanto, secondo la Fieg, bisogna agire con decisione, sull’esempio della Francia, e mettere in campo una serie di misure come il credito agevolato per accelerare il meccanismo produttivo; ripristinare il credito d’ imposta su carta e investimenti per stimolare innovazioni di processo e prodotto; stimolare la crescita della domanda di prodotti editoriali attraverso la promozione della lettura in scuole e famiglie – Siddi (Fnsi), ‘’Ma serve più coraggio”
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Un quadro davvero allarmante è stato tracciato dal presidente della Fieg, Carlo Malinconico (nella foto), giovedì, alla presentazione del Rapporto sulla stampa in Italia 2006-2008, che si è tenuta nella sede della Fieg a Roma.
”Per il complesso delle societa’ editrici di quotidiani nel 2008, quando la crisi ancora non aveva dispiegato i suoi terribili effetti”, ha sottolineato Malinconico, si rileva ”un aumento delle perdite del 100% ed una contrazione degli utili del 30%. E’ facile prevedere che i numeri peggioreranno ulteriormente nel 2009 se solo consideriamo che gli investimenti pubblicitari sui quotidiani nei primi due mesi di quest’anno sono diminuiti in media del 25%, con punte anche del 60% in alcuni giornali locali’’. Per i periodici – ha detto ancora – il quadro non e’ significativamente diverso”.
In media, ha spiegato ancora il presidente della Fieg, ”il fatturato editoriale del 2008 ha fatto registrare un calo del 3,3% rispetto al 2007”. La componente dei ricavi che ha mostrato segnali di maggiore debolezza e’ stata la pubblicita’, calata nell’anno ”del 3,8%”, con un trend che si e’ andato progressivamente aggravando. Quanto ai ricavi da diffusione delle copie, ”la flessione media annua e’ stata del 2,8%”. E ancora il margine operativo lordo ”ha fatto registrare una flessione del 48% nel 2008 rispetto al 2007” e l’ utile operativo ha registrato un ”-51,9%”. Risultato complessivo e’ stata ”una forte contrazione dell’utile netto”.
”La carta stampata – spiega Malinconico – risente di un talora anacronistico e sfavorevole assetto regolatorio” e di una struttura del mercato pubblicitario ”fortemente squilibrata a favore della televisione”. La stampa, ha sottolineato Malinconico, ”non puo’ cogliere tutte le potenzialita’ che ancora conserva, perche’ si muove in un contesto normativo ormai obsoleto e sbilanciato a favore della televisione. Per non parlare di internet, che si alimenta dell’assenza di regolazione e dell’ appropriazione dei contenuti editoriali altrui. L’impianto di base della legge di riferimento dell’ editoria risale ormai a quasi 30 anni fa (è del 5 agosto 1981): secoli per la velocità dei mezzi di comunicazione e per l’evoluzione tecnologica!”. Inoltre, ha detto ancora il presidente della Fieg, ”la rete distributiva non è informatizzata e ciò non consente le efficienze necessarie. Contribuisce all’ abnorme fenomeno delle rese e dei costi che vi sono connessi. Non garantisce una buona promozione del prodotto.
Le richieste
Nell’ attuale contesto, ha sottolineato Malinconico, "le imprese non possono sopravvivere" ,"nè essere pronte a riprendere a pieno regime l’attività quando si avvierà la ripresa".
Quale ricetta? Hanno carattere prioritario "gli interventi per rendere effettivo il quadro degli ammortizzatori sociali" anche "in situazioni di crisi prospettica". Ma sono anche necessarie "misure di carattere anticongiunturale, da disporre in via d’urgenza e per un periodo sufficiente a superare l’emergenza", cioè "almeno due anni".
Questi gli interventi indicati dal presidente della Fieg: "la reintroduzione del credito d’imposta per l’acquisto (o il consumo) della carta"; "la previsione, sulla scorta dell’esperienza di alcuni Paesi europei, di un’ulteriore riduzione dell’aliquota agevolata per l’Iva per il comparto dell’editoria"; "la detassazione degli utili reinvestiti in misura incrementale rispetto all’anno precedente in campagne pubblicitarie e in iniziative di promozione della lettura"; "l’esclusione del costo del lavoro giornalistico dal calcolo della base imponibile ai fini Irap"; "un compiuto sistema di responsabilità e sanzioni per assicurare il rispetto delle disposizioni in materia di pubblicità istituzionale sulla carta stampata, disposizioni secondo cui il 60% (fino al 2012, il 50% dal 2013) della spesa per acquisti di spazi pubblicitari deve essere destinata alla stampa".
Il quadro della crisi
Nel periodo 2007-2008 il mercato dell’editoria giornalistica ha registrato una fase di ripiegamento in tutte le sue componenti e sul piano pubblicitario è in atto una forte diminuzione degli investimenti. La fase recessiva è prevista in attenuazione soltanto nel 2010.
QUOTIDIANI – I ricavi si sono contratti piu’ velocemente dei costi. Nel 2007 ad una flessione del fatturato editoriale dell’1,4% aveva fatto riscontro un calo molto piu’ contenuto dei costi operativi (-0,8%) con conseguente riduzione del margine operativo lordo aggregato (-7,7%). Nel 2008 per i ricavi operativi c’e’ stata una flessione del 4,3%, imputabile al calo dei ricavi da pubblicita’ (-6,0%) e vendite (-2%). Il margine operativo lordo aggregato e’ diminuito di oltre il 61%, attestandosi intorno al 3% del fatturato editoriale. Le vendite medie a numero hanno fatto registrare nel 2007 e nel 2008 due flessioni dello stesso ammontare (-2%), interrompendo la fase di leggera ripresa che, dopo un quinquennio negativo, si era manifestata nel 2006 (+0,9%). Nel 2008 si puo’ stimare una contrazione degli utili dell’ordine del 30% ed un contemporaneo raddoppio delle perdite. L’utile aggregato dovrebbe pertanto attestarsi intorno a 95-100 milioni di euro, che rappresenta meno della meta’ del risultato netto dopo le imposte del 2007 (232,4 milioni di euro).
PERIODICI – Le stime relative al 2008 indicano una flessione dei ricavi editoriali che hanno interessato in misura pressoche’ coincidente gli introiti pubblicitari (-5%) e quelli derivanti dalle vendite delle copie (-4,4%). In questo contesto ci sono pero’ periodici mirati su target specifici che nel 2007 sono riusciti a crescere. Tra i settimanali, il gruppo di testate dedicate ai motori (+5,2%), alla salute (+15,7%) mentre si segnala un regressione tra le testate di attualita’ (-13,2%) e tra quelle femminili (-5,1%). Nel 2008, non solo sono diminuite le vendite in edicola, ma anche gli abbonamenti in misura piu’ accentuata per i settimanali (-6,9% contro il -6,6% dei mensili).
PUBBLICITA’ – Nel 2000 i ricavi pubblicitari rappresentavano il 58% del fatturato editoriale dei quotidiani. Nel 2007 – spiega la Fieg – l’incidenza si e’ ridotta al 49,4%. Dopo l’incremento del 2007 (+3,1%), il mercato pubblicitario ha accusato nel 2008 una flessione del 2,8%. Il calo e’ culminato nel dicembre 2008: rispetto allo stesso mese 2007, ha fatto registrare una variazione negativa del 10%. Tutti i mezzi hanno sofferto questo andamento, in particolare la stampa. Per i quotidiani il calo, secondo l’Osservatorio Federazione concessionarie di pubblicita’ (Fcp-Fieg), e’ stato del 6,2%; per i periodici del 5,9% (-7,3% secondo Nielsen). La quota di mercato dei mezzi stampati e’ cosi’ scesa del 35,2% del 2007 al 33,6% del 2008. Tutte le tipologie di pubblicita’ dei quotidiani hanno accusato battute d’arresto, inclusa quella commerciale locale (-0,8%) che era l’unico segmento di mercato a mostrare una capacita’ di tenuta. Ma a preoccupare e’, soprattutto, conclude il rapporto Fieg, il calo della commerciale nazionale (-9,5%) che rappresenta il bacino dal quale i quotidiani hanno attinto le maggiori risorse. (ansa).
La Fnsi: Ma occorre più coraggio
Il nuovo contratto dei giornalisti e’ un perno per il sistema dell’editoria, ma serve piu’ coraggio da parte delle imprese per il rilancio del settore: e’ il commento del segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi.
”La descrizione della crisi delle aziende editrici di giornali fatta oggi dal presidente della Fieg, Malinconico – afferma Siddi – delinea il quadro di quello che, per il 2009 (ma sostanzialmente anche per il 2010) appare come un annus horribilis. L’ appello per Stati Generali dell’editoria in Italia, che la Fnsi ha rilanciato proprio ieri come metodo per definire un quadro organico di sistema che accompagni le trasformazioni e valorizzi la specificita’ dell’impresa editoriale e del lavoro giornalistico quale condizione di certificazione e qualita’ dell’informazione, e’ senz’altro condivisibile. Ed e’ bene che le parti sociali, partendo dal nuovo contratto di lavoro faticosamente definito da Fieg e Fnsi, sappiano prima di tutto ricercare le occasioni di concertazione, quale metodo di costruzione di un quadro nuovo nel quale assicurare gli equilibri indispensabili per la garanzia degli interessi, che ciascuna intende rappresentare con autonomia e chiarezza”.
”Ora – continua il segretario della Fnsi – serve piu’ coraggio da parte degli editori nelle azioni per il rilancio del settore. Certamente, infatti, se il contratto e’ uno dei perni di un fondamentale nuovo piano regolatore di sistema, e’ indispensabile che il riconoscimento della necessita’ di coraggio degli imprenditori, fatto oggi dal professor Malinconico, trovi coerente risposta da parte degli editori”. Per Siddi, ”e’ urgente ora che il tavolo governativo di valutazione e verifica delle intese per la protezione sociale, nelle realta’ in cui la crisi si fa piu’ penetrante, e di messa in sicurezza della previdenza Inpgi si apra rapidamente come hanno garantito oggi il sottosegretario Bonaiuti e il ministro del Lavoro Sacconi. La necessita’ di affrontare questa emergenza va altresi’ immediatamente coniugata con la messa a punto di un programma, a tappe forzate, per Stati Generali di settore finalizzati a rilanciare il sistema, l’occupazione, la formazione e la multimedialita’, il superamento, con appropriate misure, degli squilibri del mercato pubblicitario a favore delle tv”. (ansa).
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Il Rapporto è consultabile qui.