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Ancora una volta Google è sul banco degli imputati come presunto corresponsabile della crisi dell’ industria della stampa e dell’ informazione più in generale. Questa volta – segnala ad esempio TechCrunch – tocca a Nick Carr, che descrive Google come un intermediario superpotente:
‘’Quando un intermediario controlla il mercato, i fornitori non hanno altra possibilità che lavorare per loro ed è molto difficile se non impossibile guadagnare soldi’’.
Ma – osserva TechCrunch – negli Stati Uniti Google è largamente superato sia da YahooNews che dalla rete controllata dal NY Times. Secondo Comscore, Google News ha attirato 16,2 milioni di visitatori americani a febbraio, contro i 42,2 milioni di Yahoo e i 46,2 milioni del New-York Times Digital.
GoogleNews non ha niente dell’ intermediario onnipotente – nota TechCrunch -. YahooNews è tre volte più grande e dirotta molto più traffico ai grandi media online.
La vera questione è valutare se Google in quanto motore di ricerca controlli l’ accesso ai siti. Per molti, compreso TechCrunch, Google è la prima fonte di traffico (quasi un terzo). E in questo caso ha effettivamente una influenza considerevole.
Ma questo vuol dire per caso che Google è responsabile delle perdite dei grandi media online? Ha il monopolio sulla distrubuzione dei contenuti? Non esattamente: prendiamo l’ esempio di TechCrunch. Un terzo è molto ma non rappresenta un monopolio. Google ci invia molto traffico perché i nostri articoli arrivano fra i primi risultati in diversi settori. Non compriamo traffico e non compriamo parole-chiave.
Ed è vero che Google guadagna soldi anche grazie alle inserzioni pubbliciarie piazzate accanto ai risultati delle ricerche dove compare TechCrunch, ma questo non comporta perdite per noi. Questi risultati in ogni caso inviano grande traffico ed è tutto beneficio per le nostre pubblicità sul blog. Più persone le vedono, più esse costano care. Non abbiamo niente di cui lamentarci da questo punto di vista.
Google non controlla l’ informazione, la espone. Il confronto con il commercio al dettaglio tradizionale è fuori luogo. L’ informazione non è come una Tv al plasma o un tostapane. Non è che se ce n’ è troppa il suo valore diminuisce. La varietà dell’ informazione è proprio la sua ricchezza. E’ falso dire che” Più contenuti ci sono sul web, meno i loro creatori guadagnano soldi e più Google ci guadagna di più ogni volta”
I soldi che Google incassa con la pubblicità non sono per forza soldi che sarebbero finiti nelle tasche dei siti d’ informazione o di contenuti.
Quello che fa la differenza è la qualità e l’ originalità del contenuto. Quella stessa qualità che spingerà gli altri a linkare il vostro sito, a inviare più traffico e ad avere una posizione sempre più alta fra i risultati delle ricerche di Google.
E sapete che vi dico? Se un sito è veramente interessante voi ci tornerete anche senza passare da Google. E’ quello c he si chiama traffico diretto. Per diventare una fonte d’ informazione importante bisogna semplicemente meritarselo: non basta gridarlo in giro a squarciagola.