Il sito di Poynter – aggunge – ‘’offre un marea di strumenti e info di prima qualità, la lista copre una varietà di fonti e cita articoli dal 2007 ad oggi in cui si sottolinea, fra l’altro, la Growing Importance of Nonprofit Journalism o si dettaglia il Case for a free/paid hybrid model. Ancora, un recente pezzo del New York Times svela come il quotidiano stia meditando addirittura di bussare alla porta di fondazioni ed enti filantropici (vedi Lsdi, Un sostegno dal n onprofit per il giornalismo investigativo del New York Times).
Si tratta cioè – nota Parrella – di trovare soluzioni concrete tanto creative quanto partecipatorie, e non solo in senso business:
“One possible solution to rescuing the watchdog function of the press is to allow newspapers to operate as nonprofits. … If the IRS and Congress pave the road for media hybrids, it will then be up to readers and foundations to provide the resources to power these nonprofit watchdogs”,
propone il NewsObserver puntando a un futuro fatto di “low profit newspapers”. Scenari ben esaminati alla Nonprofit Media Conference, svoltasi nel maggio scorso al Sanford Institute of Public Policy della Duke University, il cui report finale si concentra nuovamente su The Road Ahead for Media Hybrids.
Se insomma questo è lo state-of-the-art dello scenario statunitense (sempre seguito in Italia dagli addetti ai lavori e assai meno dai singoli, purtroppo), appaiono più che valide le iniziative qui delineate nei post precedenti — dai mix alternativi praticabili al senso di certi contenuti a pagamento. Purché in entrambi i casi – nota ancora Parrella – si creino sinergie tra i vari progetti di citizen media (non-profit per definizione) oggi attivi anche in Italia, e soprattutto tra questi e le grandi testate tradizionali.