Jeff Jarvis – via Presse sans presses.
Ho cominciato a riflettere su che cosa sarebbe la carta igienica 2.0 dopo aver visto una pubblicità per la carta il cui unico argomento di marketing era che essa non lasciava piccoli pezzettini cartacei sul vostro sedere. Come per i giornali, che si devono rendere conto che non producono carta ma informazione, è forse tempo che l‘ industria della carta igienica dimentichi la carta e si chieda qual è esattamente il suo mestiere.
Forse la pulizia?
Le toilette ipnotizzanti
A Davos, c’ era una cosa che mi ha sorpreso (quasi più di ritrovarmi in mezzo a quei grandi padroni e capi di stato): scoprire dei gabinetti automatici e autopulenti nel Centro conferenze. Una volta che uno tira lo sciacquone, esce un braccio automatico e pulisce intorno la seggetta. Ipnotizzante. Ne ho anche fatto un video. (Vedi qui)
L’ attività di questa azienda non è la carta igienica: è la pulizia della seggetta.
Il business dei sederi puliti
Toto, un fabbricante di materiali idraulici giapponese, è andato più in là. Ha deciso che quello che vendeva non era né carta gienica, né delle seggette pulit, ma dei sederi puliti e della felicità. Ha così inventato il Washlet, dei gabinetti automatici e informatizzati. Una meraviglia tecnologica che riscalda la seggetta a una temperatura di 40 gradi e vi asperge di acqua calda e pulita appena avete finito. E poi vi asciuga con aria a secco cancellando qualsiasi odore. (Vedi il video)
Gabinetti post-carta igienica
Prima che scoppiate a ridere, sappiate che Toto ha venduto 17 milioni di esemplari del suo Washlet. Su YouTube ci sono decine di video consacrati ad esso, con centinaia di migliaia di clic. L’ attore hollywoodiano Will Smith si è vantato alla televisione di possederne la version più alta, da 5.000 dollari, e di non spendere un dollaro in carta igienica.
Ecco qui un esempio di convergenza perfetta fra un problema e la sua soluzione, fra l’ hardware e il software, la tecnologia e la vita.