La Cenerentola inglese… e la disfatta del Web 2.0
La vicenda di Susan Boyle, la disoccupata scozzese di 47 anni diventata ‘star internazionale’’ dopo una sua interpretazione canora a una trasmissione televisiva britannica, è davvero la dimostrazione del crollo di tutto quello che profetizzava il Web 2.0?
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Si è parlato parecchio in questi giorni del ‘’miracolo’’ che è toccato a Susan Boyle, una disoccupata scozzese di 47 anni, bruttina e provincialotta, promossa al rango di star internazionale in seguito al più gigantesco effetto virale finora registrato nella Rete: 120 milioni di visualizzazioni del video con la sua interpretazione del brano ’’I dreamed a Dream’’ alla trasmissione Britain’s Got Talent, una sorta di ‘’XFactor’’ britannica.
Mentre i giornali riportano l’ interesse del mondo del cinema per questa Cenerentola dei nostri tempi, qualcuno si è accorto che alla fine la vicenda potrebbe essere una sorta di dimostrazione del crollo di tutto quello che profetizzava il Web 2.0.
Narvic, ad esempio, osserva acutamente su Novosion, che dove il Web 2.0 non ha mai smesso di prefigurare la vittoria dell’ amatoriale sul professionale o di annunciare la sostituzione dei vecchi media con i nuovi, il passaggio dalla logica ‘’ verticale’’ dei media ‘’top-down’’, alla logica ‘’piatta’’ della rete ‘’orizzontale’’ e del ‘molti a molti’’… niente di tutto questo è avvenuto col ‘’fenomeno’’ Susan Boyle.
Al contrario, dice Narvic, è la televisione che l’ ha rivelata al pubblico, è la tv che ha intensamente sostenuto, con tantissime interviste complementari, questa scoperta (BBC (1), BBC (2), NBC, ITN, West Lothian Courier, Associated Press, Channel5, arrivando fino a darne una sorta di apoteosi: Susan canta in diretta per Larry King sur CNN, etc).
Sono questi video usciti dalle mani dei professionisti che gli internauti hanno plebiscitato sulla Rete. I ‘’prof’’ propongono e gli internauti dispongono e le loro consultazioni dei video online, moltiplicate dall’ enerme effetto virale della raccomandazione, sostituiscono il voto.
Non solo si vede che in questo dispositivo gli antichi media non si oppongono ai nuovi, ma, al contrario, essi si rinforzano a vicenda! E’ la loro congiunzione, la loro … ibridazione, il fatto che essi si rispondono l’ uno con l’ altro, in un vero dialogo, moltiplicando l’ effetto virale, che permette questo fenomeno inedito.
Il web 2.0 si è sbriciolato. Completamente. Non siamo affatto di fronte a una logica di opposizione e di sostituzione, ma davanti a un processo di ibridazione (la collisione delle galassie). E ora bisogna rivedere globalmente la ‘’profezia’’ del web 2.0. Visto che ora è vanificata.
Non cambia l’ universo. Non c è nessuna rivoluzione di inernet. Ma piuttosto ci sono dei mondi che si avvicinano, prima coesistono, poi si penetrano, e ne nasce una sorta di nuova organizzazione, un ibrido delle precedenti.
Conclude Narvic: Susan Boyle, o la sepoltura del Web 2.0…