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di Narvic
(da Novovision)
Lo si sospettava da tempo, ma ora uno studio scientifico lo ha confermato: la varietà dell’ offerta di informazione sui siti web è molto lontana dall’ essere abbondante quanto ci si poteva immaginare. E, peggio ancora, questa offerta è massicciamente ‘’ridondante’’ e ‘’stereotipata’’: i siti di informazione diffondono la stessa notizia nello stesso momento, con una concentrazione estrema della produzione su un piccolo numero di argomenti che dominano completamente la scena.
Lo segnala il nostro amico Narvic sul suo blog, Novovision (che purtroppo ha appena chiuso i battenti) citando Franck Rébillard, uno dei ricercatori che hanno condotto questo studio sui siti online.
Lo studio – « Internet, pluralismo e ridondanza dell’ informazione »- è stato presentato a un convegno, New Media and Information, che si è svolto ad Atene dal 6 al 9 maggio ed è disponibile sul sito di Nikos Smyrnaios (in formato .pdf, in inglese).
Il grande interesse della ricerca – spiega Narvic – è di essere uno dei primi studi a realizzare una analisi scientifica statistica sulla natura dei contenuti delle notizie di attualità diffuse sul web. Lo studio comunque si è concentrato sui siti giornalistici, sia dei media tradizionali che di quelli ‘’pure player’’, ma ha allargato il campo di analisi ai portali, agli aggregatori, alle webzine e ai blog.
Si tratta del web francofono, naturalmente, che per pluralità di voci e maturità di alcune esperienze ‘’pure player’’ online è abbastanza davanti al nostro, ma contiene elementi sicuramente generalizzabili.
Alla ricerca della ‘’coda lunga’’ dell’ informazione
Andando alla ricerca di una verifica di quanto della teoria della ‘’conda lunga’’ , di Chris Anderson, poteva eventualmente essere applicato all’ informazione di attualità su internet, i ricercatori sono stati costretti a sfumare la loro conclusione.
Lo studio si basa sull’ informazione diffusa nel novembre 2008, e si concentra in particolare nei giorni 6 e 10 novembre, procedendo a una analisi statistica semiautomatica di diverse migliaia di articoli apparsi su varie decine di fonti.
I ricercatori hanno realizzato una procedura per aggregare automaticamente in ‘’argomenti’’ gli articoli dedicati allo stesso avvenimento (scoperti grazie a ricorrenze linguistiche nel testo). E poi hanno osservato la distribuzione del rapporto numero di articoli/varietà degli argomenti trattati, cosa che fornisce una sorta di indice del pluralismo dell’ informazione online. Poi hanno spinto la ricerca ancora più in là analizzando il trattamento dello stesso argomento nei diversi articoli che lo affrontano, cosa che fornisce una sorta di indice di orginalità.
Il regno delle «notizie di agenzia a raffica»
Il risultato è senza appello: l’ informazione online è massicciamente ‘’ridondante’’ e ‘’stereotipata’’. In altre parole i siti di informazione trattano gli stessi argomenti, nello stesso tempo, allo stesso modo e la varietà di quegli argomenti è estremamente ridotta. Narvic lo definisce ‘’il regno delle notizie di agenzia a raffica’’.
La distribuzione dei risultati risponde grosso modo al principio di Pareto: l’ 80% degli articoli si concentrano sul 20% degli argomenti, l’ 80% degli argomenti vengono affrontati dal restante 20% degli articoli, spesso da un solo articolo (e quindi una sola fonte). Il ricorrere dell’ uso delle stesse formulazioni n diversi articoli che trattano lo stesso argomento, mostrache si tratta in reatà delle stesse notizie di agenzia, poco o nulla riscritte.
Sui due giorni sotto osservazione, le fonti che sembrano più ridondanti in termini di scelta degli argomenti e dell’ utilizzazione di titoli sterotipati sono i tre portali MSN News, Yahoo News, Orange News, e l’agenzia di stampa AFP.
Questa tendenza è dovuta alla politica dei portali che pubblicano notizie a getto continuo, privilegiando la reattività piuttosto che la creatività. Da un punto di vista quantitativo questi soggetti occupano una posizione centrale nel settore dell’ informazione online francofona, perché diffondono grossi volumi di informazione e aggregano una vasta audienced. Ma da un punto di vista qualitativo il loro contenuto è ridondante e stereotipato. Altre fonti, che sembrano vicine al modello proposto dall’ AFP, sono i siti delle televisioni francesi, specialmente France 2 e France 3 (TF1 e France 24 sembrano essere meno ridondanti al confronto), così come l’ emittente radiofonica RTL.
I siti che si smarcano: Agoravox, Bakchich, Le Post e alcuni blog
Tra le varie fonti francesi (escludendo quindi i siti francofoni stranieri), quattro tipi di media possono essere distinti in funzione della loro produzione di notizie originali: Agoravox, sito di giornalismo partecipativo, Backchich, webzine politica, Le Post, altro sito di giornalismo partecipativo, e alcuni blog. Poi vengono le versioni elettroniche di testate scritte come Le Journal du Dimanche, Le Point, Les Echos, e in misura minore, Libération, L’Humanité e Le Monde, che hanno una identità lessicale molto accentuata. Infine alcune fonti sembrano stare all’ incrocio fra la dversità e la banalità lessicale. Questa posizione è evidente per la versione online del Nouvel Observateur, ma è vera anche, in misura minore, per i siti dei due quotidani gratuiti 20 minutes e Métro, e le due stazioni radio online RFI et RMC
[Contemporaneamente una reale produzione di notizie ma l’ utilizzazione di una lingua molto comune, che viene utilizzata ache da altre fonti].
Domina l’ informazione ridondante e stereotipata
Alla resa dei conti, si verifica l’ effetto ‘’coda lunga’’? L’ estrema concentrazione della produzione di informazione su un piccolissimo numero di argomenti ultradominanti è compensata da una estrema varietà a argomenti trattati nella coda lunga? In realtà affatto: la coda è troppo corta e molto meno densa in rapporto al modello immaginario. L’ informazione ridondante e stereotipata domina su internet.
I ricercatori avanzano diverse spiegazioni, di metodo e di fondo. Il campione di fonti considerato sottostima la produzione delle webzine e dei blog, che pubblicano meno e non quotidianamente. Al fondo, la natura effimera dell’ attualità, che deperisce velocemente, non permetterebbe di ritrovare gli effetti da ‘’coda lunga’’ che si ritrova nella musica e nella letteratura (a meno, ma – dice Narvic – è una ipotesi personale, di non considerare anche la funzione di consultazione successiva degli archivi delle varie fonti, csa che richiederebbe un approccio alla questione del consumo dell’ informazion e e non solo al momento della produzioned. Vedi in basso).
Un giornalismo low-cost su internet
Più in profondità, i ricercatori avanzano una spiegazione che – ricorda Narvic – è stata varie volte affrontata sul suo blog: le condizioni economiche della produzione dell’ informazione su questi siti (e che anche noi di Lsdi avevamo riportato, vedi ‘’I giornalisti online, operai specializzati dell’ informazione’’).
Le ricerche recenti sulla condizione della produzione nelle redazioni online mostrano una forte tendenza a un aumento della produttività (Estienne, 2007 , ad esempio). Il giornalismo online mostra una tendenza a privilegiare la riscrittura e la riupubblicazione di contenuti esistenti a scapito del lavoro di cronaca originale. Un elemento dello studio che stiamo analizzando che conferma questa tendenza è il fatto che le fonti più ridondanti di questo campione sono i portali che non hanno nessun giornalista in redazione, i quotidiani gratuiti con piccole redazioni o le radio e le tv, che hanno una produzione limitata di contenuti testuali. Possiamo dedurne che le condizioni particolari di ciascun sito di informazione online hanno un impatto maggiore sulla varietà dei loro contenuti.
In altre parole: la varietà e la diversità dell’ informazione proposta sono proporzionali al numero di giornalisti che vengono impiegati. Anche se – e i ricercatori riconoscono che dovranno fare altre ricerche per stabilirlo – quello che resta determinante è il rapporto fra la varietà dell’ offerta e la realtà del consumo di informazione da parte degli internauti.
I dati di cui disponiamo in questo campo non sono del tutto incoraggianti: l’ audience dei siti ‘’senza giornalisti’’, dei puri ‘’notizie di agenzia sparate a raffica’’, domina largamente quella dei siti di testate che dispongono di giornalisti e offrono una informazione più originale e più diversificata. Dobbiamo concludere che on line la qualità non paga? O piuttosto che la domanda maggioritaria di informazione da parte degli internauti si concentra proprio sul tipo di informazione proposta da questi siti ‘’notizie di agenzia sparate a raffica’’? Perché forse questa informazione gli basta? Perché fanno resistenza alle altre forme di informazione prodotte dai giornalisti? Sarebbe una pessima notizia per il giornalismo….