La lenta scomparsa del termine ‘’Web2.0’’
Utilizzato a partire dal 2004, in occasione della confernenza ‘’Web2.0’’ organizzata da Tim O’Reilly, il termine ha avuto un picco nel 2005 e poi, dalla fine del 2007, ha cominciato a ‘’deperire’’
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Il Web 2.0 è morto? Se lo chiede TechCrunch nella sua edizione francese. Non si tratta qui – precisa Alain Eskenazi – di valutare la crisi economica e il suo impatto sulle aziende internet o Tech ma piuttosto di considerazioni estemporanee. E’ la parola Web 2.0 che sembra scomparire. Cosa che poi non è detto sia per forza un male.
Sembra comunque che diverse startup non usino più questo termine nei loro slogan e presentazioni e così avviene anche per la blogosfera.
Esaminando Google Trends, che mostra il volume delle ricerche su una specifica espressione, si nota che questo termine ha cominciato a essere utilizzato a partire dal 2004, in occasione della confernenza ‘’Web2.0’’ organizzata da Tim O’Reilly. Il picco di ricerche del termine è stato raggiunto nel 2005, in particolare con il lancio di TechcCrunch, che d’ altra parte aveva come slogan proprio “Tracking Web 2.0”.Le ricerche sono continuate ad aumentare fino alla fine del 2007. In seguito sono calate progressivamente.
E’ anche interessante – nota TechCrunch – l’ analisi geografica, da cui emerge chiaramente come sia l’ Asia il continente in cui il termine è stato più ricercato. Come si vede qui sotto, India, Singapore, Hong Kong, Taiwan e Malesia.
Molto curiosamente non si vede all’ orizzonte il termine “Web 3.0″. E non è affatto un peccato.
“Insights for Search” – spiega sempre TechCrunch – è un servizio in beta che analizza determinate ricerche fatter su Google e calcola quante ricerche sono state effettuate in rapporto alla quantità globale delle ricerche comiute. E anche questo ci può dare un buon quadro.
Nota dell’ autore: Confessiamolo, ci sono stati molti dibattiti inutili sulla pertinenza di questo termine. Ma, è una constatazione, esso sparisce più viene utilizzato a torto o in modo sbagliato. Mi riferisco in particolare a un articolo pubblicato qualche mese fa e che analizzava perfettamente il fenomeno.
(La foto di Tim O’Reilly al Web 2.0 Expo 2007 è di Scott Beale / Laughing Squid)