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Non ‘’venditori di conferme’’, ma fonti di informazione di qualità

Se i mass media tradizionali continuano a proporsi come venditori di conferme rischiano di perdere la battaglia contro il web. Dovrebbero puntare decisamente sul mercato dell’offerta di informazione di alta qualità, sfruttando il vantaggio comparato delle economie di scala. E della propria reputazione storica. A patto, naturalmente, che abbiano saputo costruirsela e utilizzarla

Su lavoce.info un interessante articolo di Riccardo Puglisi affronta il problema della crisi dei giornali partendo da una questione che qualche volta ognuno di noi si è posto: Per quale ragione si compra un giornale o si guarda un Tg con una posizione politica simile alla propria? La domanda appare persino banale, finché non si riflette sul fatto che ha due risposte plausibili, che non si escludono a vicenda, ma portano a conseguenze molto diverse.

Spacciatori di conferme o fonti di informazione? Intorno a questa alternativa si muove il ragionamento di Puglisi, studioso del ruolo politico del media, che alla fine conclude:

Forse i media tradizionali dovrebbero puntare decisamente sull’altro mercato, quello dell’offerta di informazione di alta qualità. Ciò non implica la rinuncia a una posizione ideologica precisa, ma si basa sullo sfruttamento di un vantaggio comparato, che consiste nelle economie di scala e nella propria reputazione storica. Ma la reputazione logora chi non la usa.