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Obama in soccorso ai giornali che si trasformano in non-profit

Intervistato alla Casa Bianca il presidente si è detto ‘’pronto a studiare proposte di legge’’ relative a interventi di salvataggio da parte del governo federale per quotidiani che si ristrutturano come ‘’fondazioni senza fine di lucro’’ – Il Newspaper Revitalization Act è mirato alla sopravvivenza dei giornali locali, non dei grandi gruppi editoriali – In cambio delle agevolazioni, i giornali non potrebbero più fare endorsment politici ma avrebbero libertà di scrivere su ogni tipo di argomento comprese le campagne elettorali. Pubblicità e abbonamenti sarebbero esentasse mentre contributi e donazioni sarebbero detraibili dalle imposte

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Barack Obama è ‘’pronto a studiare’’ proposte di legge che prevedano interventi di sostegno da parte del governo federale Usa ai giornali  che accettano di trasformarsi in strutture non-profit (vedi Lsdi, Il futuro del giornalismo sarà sempre più non-profit?).

‘’In Congresso da marzo è sul tavolo la proposta del senatore Ben Cardin del Maryland che garantisce ai giornali sgravi fiscali se si ristrutturano come fondazioni senza fine di lucro’’, spiega Alessandra Baldini in un servizio sull’ Ansa. 

‘’Il Newspaper Revitalization Act è mirato alla sopravvivenza dei giornali locali, non dei grandi gruppi editoriali – aggiunge -. In cambio delle agevolazioni, i giornali non potrebbero più fare endorsment politici ma avrebbero libertà di scrivere su ogni tipo di argomento comprese le campagne elettorali. Pubblicità e abbonamenti sarebbero esentasse mentre contributi e donazioni sarebbero detraibili dalle imposte’’. 

Federico Rampini, riportando integralmente il servizio diffuso dall’ Ansa, rileva sul suo blog (Estremo Occidente) su repubblica.it, che la notizia ‘’può sconcertare (o far sorridere) un europeo’’, ma aggiunge che ‘’quest’ipotesi viene presa sul serio da più parti, qui negli Stati Uniti’’.

‘’Bisogna tener presente una profonda differenza culturale e istituzionale tra Europa e Stati Uniti – spiega Rampini -. In America esiste un intero settore non-profit che è uno dei più competitivi a livello mondiale: è il sistema delle università.
Anche le private sono fondazioni non-profit, eppure la loro efficienza è fuori discussione. Non che il modello sia per forza allargabile ai mass media, tuttavia la sua forza spiega la “tentazione” di applicarlo altrove’’.

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Ecco il servizio Ansa di Alessandra Baldini  

EDITORIA: USA; OBAMA PRONTO STUDIARE SALVATAGGIO STAMPA/ANSA
NO A SOLO BLOGOSFERA; BUON GIORNALISMO GARANTE DEMOCRAZIA
(di Alessandra Baldini) 

(ANSA) – NEW YORK, 21 SET – Convinto che il buon giornalismo è “assolutamente fondamentale per la salute della democrazia”, Barack Obama apre al bail out della stampa: per la prima volta da quando è alla Casa Bianca, il presidente si è detto “pronto a studiare” proposte di legge in Congresso che aprano la strada al salvataggio dei giornali se questi accettano di ristrutturarsi come entità no profit. 

“Non ho visto ancora proposte precise ma sarei felice di darci un occhiata”, ha detto Obama intervistato nell’Ufficio Ovale dalla Pittsburgh Post-Gazette e dal Toledo Blade. 

Finora la Casa Bianca aveva escluso la poossibilità di aiuti federali per i media in crisi. 
Obama ha detto che il buon giornalismo è “assolutamente fondamentale per la salute della democrazia”, ma ha espresso preoccupazione per il proliferare della blogosfera anche se è stato proprio questo il terreno su cui è cresciuta la campagna elettorale che lo ha portato alla Casa Bianca. 

“Sono preoccupato che la direzione dei newsmedia sia solo la blogosfera, tutta opinione e niente controllo sui fatti, nessun serio tentativo di mettere le storie nel loro contestò, ha detto Obama: “Così si finisce p er gridare uno contro l’altro nel vuoto e senza seri tentativi di venirsi incontro reciprocamente”. 

In Congresso da marzo è sul tavolo la proposta del senatore Ben Cardin del Maryland che garantisce ai giornali sgravi fiscali se si ristrutturano come fondazioni senza fine di lucro. 

Il Newspaper Revitalization Act è mirato alla sopravvivenza dei giornali locali, non dei grandi gruppi editoriali. In cambio delle agevolazioni, i giornali non potrebbero più fare endorsment politici ma avrebbero libertà di scrivere su ogni tipo di argomento comprese le campagne elettorali. Pubblicità e abbonamenti sarebbero esentasse mentre contributi e donazioni sarebbero detraibili dalle imposte. 

Da quando un anno fa Wall Street è entrata in crisi i posti di lavoro in testate giornalistiche (35 mila in un anno di cui 24 mila solo nella carta stampata) sono scomparsi a un tasso tre volte più veloce che nel resto dell’economia, ha scoperto un rilevamento dell’organizzazione Unity: Journalists of Color. La crisi dei giornali, che non ha ancora toccato il fondo, ha portato alla chiusura di numerose testate. 
Come aveva fatto già il Christian Science Monitor, il Rocky Mountain News di Denver ha chiuso l’edizione a stampa e oggi pubblica solo su Internet, mantre altri grossi gruppi editoriali tra cui il Tribune Co. che pubblica Los Angeles Times e Chicago Tribune hanno fatto bancarotta. Tra i media in bolletta anche il New York Tim es, che ha messo in vendita uno storico quotidiano del Massachusett s, il Boston Globe. (ANSA).

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