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Chitika aveva già avvertito le aziende che erano troppo pochi i ‘’mobinauti’’ (gli internauti via mobile) a cliccare sui banner pubblicitari: solo lo 0,3% dei possessori di iPod seguono un link pubblicitario.
Un nuovo studio dell’ agenzia – riporta l’ atelier.fr – rivela che anche gli internauti si mostrano poco attratti dalle inserzioni.
In effetti, solo il 2% di essi contribuiscono attraverso questo meccanismo al finanziamento della produzione dei contenuti sul web.
Inutile dire che il potenziale di crescita è molto importante per gli inserzionisti e i proprietari dei siti. Per Christophe Dardaine, dirigente di Click Call, lo studio rivela comunque la tendenza generale. Cosa che non dovrebbe scoraggiare le imprese.
A patto che esse propongano un metodo di inserzioni che egli definisce “chirurgico”, cioè adattato al contenuto della pagina o alla geolocalizzazione dell’ utente. “Per esempio, accanto a un articolo di argomento ecologico bisognerebbe sistemare delle pubblicità del tipo ‘Riscaldamento meno costoso’ – spiega -. Bisogna che l’ inserzione rafforzi il valore dell’ articolo’’.
Secondo l’ esperto, i consumatori sono sempre più esigenti. Una regia pubblicitaria che non è nel loro stesso spirito sarà respinta. “Bisogna uscire dalla vecchia logica pubblicitaria che incolla annunci dovunque’’, aggiunge. E la tendenzaè ancora più forte per la pubblicità sui sistemi mobili.
Non è importante il clic
Quindi, per gli smartphone, non è necessario aspettare il clic. Basta che l’ utente registri il nome del marchio e si associ al messaggio. “Per esempio, per un mobinauta che cerca gli orari di un museo, kla pubblicità di un portale di musei potrà essere utile. Se registra il nome del portale, la prossima volta ci andrà ’’, conclude Dardaine.
Per giungere ai risultati dello studio, Chitika ha condotto un’ analisi su 86 milioni di utenti: durante due settimane ha analizzato le abitudini di navigazione di internauti anonimi. Risultato? Quasi 85 milioni di utenti (su 86) non sono affatto interessati agli annunci pubblicitari.