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A due anni dall’ ubriacatura mediatica, che aveva portato persino alla nascita di un College di giornalismo per aspiranti reporter virtuali (vedi Lsdi, La London School of Journalism apre un College in SecondLife) che ne è del mondo virtuale realizzato da Linden Lab? Esiste ancora? E come se la passa?
Nonostante che da diverso tempo sia calato il silenzio su questo universo virtuale, le cose a SL vanno ancora bene, secondo TehChrunch France, che dedica a SecondLife un ampio articolo , annunciando fra l’ altro la pubblicazione da parte della Società di analisi Next Up Research di un rapporto dettagliato su Linden Lab (scaricabile da SharesPost).
LindenLab – ricorda TechCrunch – esiste da 10 anni e SecondLife si appresta a celebrare il suo sesto anno di vita dopo il lancio, avvenuto nel 2003. SL attira ancora visitatori? La risposta è sì e gli utenti sono ancora abbastanza attivi. Nell’ ultimo mese, ad esempio, si sono connesse un milione di persone, secondo le statistiche ufficiali del sito . Il tempo medio passato da un visitatore settimanalmente supera quello degli altri universi virtuali. Second life supera tutti gli altri mondi analoghi (MMORPG, Massive(ly) Multiplayer Online Role-Playing Game) come World of Warcraft o Civilization IV. Il numero di ore passate sul sito cntinua a crescere dall’ inizio dell’ anno.
Inoltre le transazioni commerciali sul sito hanno ripreso vigore dopo la forte caduta del settembre 2007. I giochi con i soldi sono stati vietati ma le vendite sono in aumento da dicembre 2007. LindenLab ha annunciato ricavi per 100 milioni di dollari per l’ insieme delle sue attività e il valore della società è stimato oggi 700 milioni di dollari.
Il clima di esaltazione attorno a SecondLife nel 2007 rimane un episodio particolarmente impressionante. In pochissimo tempo su internet e gli altri media si era creato un buzz fenomenale. La stampa, i blogger e anche i politici (ci si ricorda ad esempio la presenza su SL della campagna elettorale di Sarkozy) non parlavano d’ altro che di SecondLife. E per molto tempo notizie e presunti affari (anche poco chiari come dtraffici di droga, pedofilia, terrorismo, ecc.) finivano sulle prime pagine dei blog e dei siti di informazione, contribuendo a creare un clima di scarsa fiducia e sicurezza nei confronti dell’ isola.
E’ comunque molto difficile trarre qualche insegnamento da questa lenta sparizione mediatica. Prima di tutto, come conferma la Ricerca citata prima, SecondLife è lungi dall’ essere morta e il traffico di visitatori continua ad affluire. D’ altra parte il concetto di mondo virtuale non è stato ancora ben assimilato e la tendenza generale dei giochi virtuali continua a spingere verso una immersione sempre più profonda. E in altri campi (educativo e commerciale prima di tutto) la nozione di interazione virtuale sta completando il suo sviluppo a grandi passi. Ma sembrerebbe che forse è ancora un po’ presto e che la maggioranza degli internauti non si sono ancora orientati verso una vita sul web interamente virtuale.
In questo periodo le reti sociali hanno continuato la loro espansione, mettendo in risalto il nuovo bisogno di relazioni socio-virtuali. Ma tra il contato a volte superficiale con degli amici virtuali su internet e la vita quotidiana fra avatar c’ è una bella differenza. Siano pronti o veramente interessati – chiede TechCrunch – passare ore intere in un mondo completamene artificiale? Il tutto-rete, il micro-blogging e la comunicazione in tempo quasi-reale fanno ormai parte del nostro quotidiano ma non ancora l’ immersione totale in un mondo fabbricato. La ragione o la paura sembrano ancora dominare, ma per quanto tempo?