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Un team della University of Missouri ha studiato le edizioni on-line di 187 quotidiani statunitensi di fama consolidata e le ha messe a confronto con 106 tra blog e siti web pubblicati dai giornalisti-cittadini, diversi dei quali sono stati anche insigniti di premi. Il risultato: i ricercatori hanno attribuito valutazioni più alte alle prime in molte categorie rilevanti.
I media tradizionali non solo hanno prevalso sul fronte dell’interattività – le loro edizioni on-line sono, infatti, molto più aperte da un punto di vista tematico, offrono uno spettro più ampio di informazioni e sono tecnicamente più elaborate. Mentre è stato notato con sorpresa, che i blog dei giornalisti-cittadini, solo raramente, rimandano a link esterni o ad altri servizi d’informazione on-line.
Il lavoro della University of Missouri è una delle ricerche internazionali presentate recentemente al Congresso mondiale degli studiosi di comunicazione a Singapore, organizzato dalla International Communication Association.
Un’ altra ricerca, segnala l’ European journalism observatory, è stata condotta da un team di ricercatori dell’Università di Amsterdam che a analizzato oltre 100 blog olandesi di politica: anche in questo caso, il responso dello studio è stato illuminante: la maggioranza dei blogger che curano questi siti sono uomini, bianchi, di mezza età , che ricoprono incarichi di responsabilità . Fattore che difficilmente può portare ad una diversificazione del discorso politico all’interno dei blog. Inoltre, nella maggioranza dei casi, i blogger politici fanno riferimento alle informazioni divulgate dai mass media e, solo raramente, si prendono la briga di condurre ricerche indipendenti, per integrare l’offerta informativa diffusa dai mezzi di comunicazione tradizionali.
Inoltre, a paragone di questi ultimi – osserva l’ Ejo – i riferimenti ai temi locali o regionali, spesso negletti, sono piuttosto infrequenti; infatti, anche in questo caso, è la politica nazionale ad essere sempre in primo piano.
Le ricerche presentate a Singapore hanno però dato risultati interessanti anche nell’altro senso: uno studio realizzato dal College of State Island/CUNY ha messo a confronto come giornalisti e blogger hanno riportato la notizia di un’eventuale nuova stesura della legge sulla tutela delle fonti destinata ai giornalisti, in discussione negli Stati Uniti. Legge che interessa anche i blogger, visto che mette a tema anche la loro possibilità , in futuro, di godere di uno stato giuridico analogo a quello dei giornalisti. Ebbene, secondo i ricercatori, i blogger avrebbero trattato l’argomento in molto più aperto e approfondito di quanto ci si aspettasse.
Le relazioni presentate a Singapore sono consultabili qui.