Crisi del fotogiornalismo, mobilitazione in Francia

Fotogiornalismo-crisi

Anche in Francia si registra una forte crisi nella professione giornalistica e il settore del fotogiornalismo è quello più direttamente colpito.

Più di 3.000 posti di lavoro, secondo i sindacati dei giornalisti, sono stati soppressi nel 2009 (in pratica l’ 8% di tutta la professione) e i piani di licenziamenti continuano nel 2010 a un ritmo simile. E in questo quadro i fotoreporter – sia dipendenti che free lance – sono le prime vittime delle ristrutturazioni editoriali. Tanto che tutti i sindacati dei giornalisti e le associazioni professionali del fotogiornalismo hanno lanciato una campagna comune per la difesa del settore.

Le agenzie fotografiche Gamma e Sygma-Corbis, fra le altre, hanno portato i libri contabili in Tribunale e i piani di ristrutturazione prevedono disoccupazione e cassa integrazione per quasi tutti i loro fotografi.

Tra l’ altro – denunciano i sindacati – le direzioni di numerose testate chiedono ai loro servizi iconografici di ottenere quanto è più è possibile dei materiali visuali gratuiti e, di fatto, fanno un uso abusivo e crescente di foto “libere da diritti” o firmate “DR” (diritti riservati).

La ricerca del minimo costo naturalmente pesa in negativo sulla qualità del contenuto informativo, che ne viene quindi impoverito. Infine gli editori tendono a revocare le condizioni contrattuali di salariati dei fotogiornalisti precarizzandoli e sottoponendoli a ricatti occupazionali. Diminuiscono il numero dei collaboratori e praticano un “turn over” sistematico.

In questo quadro i sindacarti dei giornalisti – SNJ, SNJ-CGT, USJ-CFDT e SJ-CFTC, e varie associazioni professionali, come l’Union des photographes professionnelles, la Société des auteurs de l’image fixe (SAIF) e la Société civile des auteurs multimédia (SCAM) – hanno deciso di unirsi per lanciare un alarme ai cittadini e al governo.

In particolare i sindacarti stanno mettendo a punto una campagna con cui denunciare – spoega una nota congiunta – “le responsabilità degli editori in questa situazione e presentare delle posizioni comuni sui vari problemi in campo, per trovare delle soluzioni definitive a questa crisi senza precedenti, che mette a rischio il diritto dei cittadini all’ informazione”.