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La vera vittoria nelle elezioni di questi giorni in Bosnia l’ hanno ottenuta internet e le organizzazioni non governative che, grazie alle proprie campagne informative, sono riuscite a contenere l’astensionismo. Internet è stato il motore dell’informazione contro i partiti al potere, un’informazione spesso ripresa ed amplificata dai grandi media della carta stampata e della televisione.
Lo rileva, sull’ Osservatorio sui Balcani, un articolo da Sarajevo di Valentina Pellizzer, spiegando, fra l’ altro che Internet ha significato produzione di video, articoli, analisi, strumenti come il “verito-metro†o come “puliamo il parlamento†che con un click impietoso hanno offerto il confronto fra grandi promesse, strepitosi stipendi ed appannaggi di politici e funzionari, e una miseria sempre più diffusa fra la popolazione. Ha fatto eccezione la campagna 101 ragioni per votare le donne che, anche se ha contribuito a motivare il voto, non è riuscita a produrre una maggiore presenza femminile nel parlamento.
Le elezioni, fra l’ altro, hanno confermato come i media ufficiali si siano ridotti a ‘’megafoni del potere’’, mettendo a nudo in maniera impietosa gli orientamenti di testate e giornalisti, sopratutto della TV e della carta stampata.
Adesso – osserva Pellizzer – i cittadini e le cittadine della Bosnia Erzegovina possono scegliere di rintanarsi nei propri gusci, tapparsi le orecchie e fare finta di niente per i prossimi 4 anni, oppure possono comprendere che hanno di fatto avviato un cambiamento. Il cambiamento non sta tanto nel voto, ma nel potere (dimostrato) di deridere e di mobilitare. Di cui internet è stato il principale supporto.