In Asia e in America latina i quotidiani gratuiti continuano ad andare a gonfie vele e per per quanto riguarda i paesi europei il mercato era talmente competitivo che alcune chiusure erano inevitabili – L’ ultima Newsletter di Piet Bakker dedicata alla free press quotidiana
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Nella sua ultima Newsletter, Piet Bakker segnala come in America Latina e Asia non ci siano segnali di declino, mentre in Europa – osserva – il mercato era talmente competitivo che alcune chiusure erano inevitabili.
Nel 2007 c’ erano in Europa 140 testate con una diffusione di 27 milioni di copie, mentre nel 2010 le testate si erano ridotte a 87 con una diffusione di 19,3 milioni di copie.
Quello che ora rimane – sottolinea Bakker – è una situazione con minori testate per paese (3,6 per ciascun mercato), che è un livello più sano rispetto a quelli del 2007 e 2008 (4,7 testate per paese).
Poiché i dati includono anche dei gratuiti locali, la concorrenza effettiva è ovviamente molto minore. La Spagna per esempio ha ancora 15 testate a livello nazionale ma solo tre di esse sono in concorrenza fra loro.
Negli Usa ci sono almeno 40 testate, ma c’ è concorrenza solo a New York, Washington, Palo Alto, Aspen e Vail.
Ecco il quadro
Il peggio in termini di chiusure sembra essere alle nostre spalle. Nel 2007 avevano chiuso 30 testate (con 52 edizioni), l’ anno dopo erano state 33 (con 77 edizioni), mentre nel 2009 erano salite a 42 (97 edizioni). Nei primi 8 mesi del 2010, tuttavia, solo 3 testate (4 edizioni) hanno cessato le pubblicazioni.
Note di metodo:
– Il dato ‘diffusione’  è un dato ‘medio’; i giornali che non sono stati pubblicati durante l’ intero anno (nuove testate e giornali chiusi) sono stati conteggiati solo per il periodo di uscita.
– Il dato ‘testate’ riguarda tutte quelle che sono uscite nel corso di un determinato anno, e include quindi quelle nuove e quelle chiuse.
– Il dato ‘paesi’ indicato il numero di nazioni con quotidiani gratuiti durante tutto l’ anno.
IL BAROMETRO