Secondo la rivista economica, i giornali si trovano di fronte, come nel trasporto aereo, la difficoltà di far pagare dei servizi che prima erano gratuiti: ma più a lungo resisterà questa abitudine e più difficile sarà imporre un nuovo modello
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I giornali online hanno di fronte due sfide insormontabili: abituare i clienti a pagare i contenuti e abituare l’ industria editoriale a farli pagare. Nei fatti – secondo Forbes online – si tratta di sfide analoghe, se non più semplici, di quelle che hanno affrontato le compagnie aeree, in relazione al problema dei bagagli.
Prima, spiega su Forbes Brett Gordon, docente alla Columbia Business School, il trasporto dei bagagli era gratuito, ma le aziende sono poi arrivate a una soluzione comune. Quando il costo del carburante nel 2008 schizzò in alto, nessuna delle compagnie voleva essere la prima a far pagare i bagagli. Pochi dettero la notizia quando la compagnia low-cost Spirit Airlines cominciò a chiedere un biglietto per i bagagli nel giugno del 2007. Circa un anno dopo, nel maggio 2008, American Airlines – una delle grandi compagnie Usa  – annunciò che avrebbe fatto lo stesso e prima della fine dell’ estate cinque delle sette Grandi aziende Usa del settore l’ avevano seguita. Perché la decisione dell’ American Airlines produsse una risposta così rapida? Perché le aerolinee sono capaci di lanciarsi e di interpretare i segnali delle concorrenti.
Una simile svolta industriale – far pagare per un servizio che prima era gratuito – potrebbe avvenire anche nell’ editoria online? Dopo mesi di speculazioni – continua Forbes -, recentemente il New York Times ha annunciato che metterà a punto un nuovo sistema di pagamenti. Diversamente dalle poche testate che fanno pagare (per es. Il Wall Street Journal), la grande maggioranza dell’ informazione online viene diffusa gratuitamente al pubblico. Molti giornali vorrebbe far pagare i contenuti, ma nessuno vuole restare isolato e fare la prima mossa.
Certo per i giornali la situazione è più complicata. Ma, osserva Gordon, più a lungo gli utenti saranno abituati a consumare l’ informazioni gratuitamente, più difficile sarà spingerli eventualmente verso un altro modello. Le scelte industriali di ora potranno metterci anni a imporre un nuiovo business model.