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Un ufficio governativo cinese (lo State Bureau of Surveying and Mapping) ha lanciato MapWorld, un servizio di cartografia online in due e tre dimensioni che punta a fare concorrenza a Google Map e Google Earth.
Gli utenti – spiega China Daily – possono utilizzare il servizio entrando direttamente tramite i siti www.tianditu.cn o www.chinaonmap.cn, ottenendo immagini da satelliti con una risoluzione di 500 metri, che viene però fortemente aumentata, a 2,5 metri, per le immagini dal territorio cinese e di 0,6 metri per 300 città del paese.
Come primo effetto – racconta Francis Pisani sul suo blog su lemonde.fr – fa strano vedere l’ Europa (e il resto del mondo) coperti di ideogrammi. Un giusto contrappasso per chi è abituato a vedere la cina (e il resto del mondo) coperti di caratteri latini.
Non si tratta di dominazione – aggiunge Pisani -, ma di concorrenza. La maggior parte degli articoli che in Francia hanno parlato della cosa (per esempio quello pubblicato su LeMonde.fr ) hanno insistito su quanto avverrà sul territorio cinese al riparo dell’ iniziativa governativa. Per offrire un servizio di cartografia online ci vuole una autorizzazione del governo e i server devono essere installati in Cina. Google esita.
Ma come sempre si tratta solo dell’ inizio. La concorrenza continuerà al di fuori della Cina.
Al momento di presentare il nuovo servizio, le autorità cinesi hanno ammesso di essere in ritardo su Google Hearth (aggiornamento due vole l’ anno invece delle diverse volte ogni ora, 80 contro migliaia di server). Ma – osserva Pisani – possiamo credergli, non si tratta che dell’ inizio.
Ricordiamoci che al momento del furto di ‘’righe di codice’’ attribuito a degli hackers cinesi legati a una scuola militare nel gennaio scorso, alcuni analisti avevano spiegato che se ne avessero beneficiato delle imprese cinesi (fra cui Baidu, il più diffuso motore di ricerca), non avrebbero tardato, dopo aver occupato tutto lo spazio possibile in Cina, ad espandersi al di fuori dell’ Impero di mezzo. Ne hanno i mezzi e l’ appetito.
Ecco una concorrenza interessante – conclude Pisani -. Vero?