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Yahoo signals major challenge to newspapers
(di Alan D. Mutter
da Reflections of a Newsosaur)
Yahoo sembra fortemente intenzionto a produrre dei siti web locali da riempire con contenuti originali in grado di competere con i giornali, lanciando una sfida particolare alle centinaia di editori che attualmente vendono pubblicità per il potente portale.
L’ intenzione di puntare in prima persona verso il settore degli spot pubblicitari tanto apprezzati dagli editori era venuta alla luce il mese scorso, quando Yahoo aveva annunciato l’ acquisto di Associated Content per 100 milioni di dollari, dando accesso a qualcosa come 380.000 persone che aspirano a scrivere articoli, fare foto o produrre video dietro compensi che partono da un minimo di 2 dollari a prodotto.
Fonti interne al mondo di Silicon Valley sostengono che una buona parte di questi materiali verranno utilizzati per coprire l’ Informazione locale nella speranza di riuscire a raccogliere una audience sempre più ampia per le inserzioni pubblicitarie ‘premium’ che Yahoo vende attraverso il ricchissimo database che ha accumulato col passare degli anni.
Se i prodotti raccolti via Associated Content saranno sufficientemente rispettabili per attrarre e conservare delle audience sostanziose, l’ abilità di Yahoo nel vendere inserzioni personalizzate – combinata con la sua enorme presenza di mercato sul web – gli garantirà un vantaggio significativo nei confronti dei giornali concorrenti che operano in molte zone.
Tutto questo potrebbe fare di Yahoo il più temibile concorrente che i giornali possano avere.
Perché? Essendo uno dei più grandi e antichi portal sul web, Yahoo conosce qualcosa di tutti quelli che sono andati online e usando quelle informazioni può personalizzare la sua pubblicità non solo attraverso la zona in cui vive ma soprattutto attraverso il suo comportamento sul web.
Gli editori conoscono molto bene la grande potenza di Yahoo, tanto che circa 800 di essi hanno stretto con la società degli accordi attraverso il Newspaper Consortium per vendere pubblicità mirata che consentiva loro di farsi pagare 15 dollari per mille pagine viste per ciascun banner che, senza personalizzazione, non varrebbe più di uno o 2 dollari per mille pagine.
Yahoo, a sua volta, aveva dei benefici non solo attraverso la possibilità di accedere a delle abbondanti quanrtità di siti locali ma anche influenzando le migliaia di persone messe in campo dalle centinaia di editori che partecipano al consorzio.
La natura di questa relazione reciprocamente vantaggiosa potrebbe cambiare – non necessariamente in bene per i giornali –se Yahoo comincerà  a realizzare direttamente i siti web locali.
Yahoo è  fra le 5 principali destinazioni iniziali degli internauti e i suoi 70 miliardi di pagine viste al mese sono più di 100 volte maggiori del  NYTimes.Com, il più popolare sito web fra quelli dei giornali.
E ora la scorreria di Yahoo nell’ informazione locale potrebbe mettere in forte difficoltà i membri del Newspaper Consortium.
Se gli editori lasciano le proprie agenzie di vendita di inserzioni per i siti locali di Yahoo, i giornali potrebbero  potenzialmente beneficiare di un nuovo flusso di ricavi. Ma facendo così, tuttavia, rischierebbero di vedere una gran parte del traffico che attualmente passa per i loro siti dirottato verso Yahoo.
Visto che i media digitali sono il futuro per le concessionarie locali dei giornali, il rafforzamento di Yahoo come concorrente per l’ informazione online e sul mobile sarebbe strategicamente suicida per i quotidiani.
E anche se gli editori decidessero che è un loro interesse a breve termine continuare a vendere pubblicità per Yahoo, la natura di questa relazione potrebbe venire deformata, se non cambiare del tutto. Con Yahoo in grado di produrre e promuovere siti web locali in maniera autonoma, l’ equilibrio di potere attuale verrebbe spezzato a tutto favore di Yahoo.