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Le fabbriche dei contenuti: il caso di Suite101, 500 articoli al giorno, ma di nicchia

Suite101

Le Content Farm potrebbero diventare un luogo in cui gli esperti di determinate materie possono condividere le proprie conoscenze – Moltiplicando questo aspetto per centinaia di migliaia di argomenti si ottiene un business potenzialmente lucroso – E’ il caso di Suite101, ma, come racconta Richard Macmanus sul New York Times, altri competitor (Mahalo, About.com e Associated Content) stanno “coltivando” il Web a caccia del successo

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Content Farms 101: Why Suite101 Publishes 500 Articles a Day

di Richard Macmanus
(The New York Times)

Parlando di content farms , ovvero quelle aziende che sfornano centinaia di migliaia di contenuti ogni giorno, Demand Media è quella di cui l’anno scorso si è parlato di più sulla stampa. Ma non è l’unica società a puntare sulla quantità dei contenuti – tra le altre figurano Associated Content (acquisita a maggio da Yahoo!), About.com (di proprietà del New York Times), Mahalo (fondata da Jason Calacanis, che nel 2005 ha venduto Weblogs, Inc. ad AOL) ed Answers.com.

Suite101 è un sito dal profilo relativamente basso rispetto alle realtà appena citate. Eppure produce 500 contenuti al giorno. Così ho parlato con Peter Berger, CEO di Suite 101, per discutere del perché di una così massiccia produzione, di come si rapporta a Demand Media e di come Google si stia muovendo in merito alle content farms.

24 Milioni di Visitatori Unici

Suite 101 è una piattaforma editoriale che ospita articoli su argomenti di nicchia. Come il nome stesso suggerisce, Suite 101 punta su uno stile di scrittura quasi amatoriale (“101” è un’espressione che indica anche lo stadio iniziale di un corso di studi, ndt) e contiene articoli redatti da principianti su migliaia di argomenti. Berger ha descritto Suite 101 come “un servizio che aiuta chi scrive ad avere successo on-line”. Attualmente conta su 5.000 collaboratori e pubblica i propri contenuti su siti di quattro lingue diverse. Il maggiore tra questi è il sito in inglese, che ad oggi registra 24 milioni di visitatori unici al mese.

Una ricerca su Google ha fornito 6,5 milioni di pagine web per Suite 101, un dato che non si discosta molto da quello relativo ad About.com, che registra 8,29 milioni di pagine. Ad ogni modo, la piattaforma non è allo stesso livello (in termini quantitativi) di Demand Media – che, secondo le ultime stime produce 7.000 nuovi articoli al giorno (erano 4.000 a novembre). A questo ritmo, Demand Media probabilmente produce fino a 2,5 milioni di nuovi contenuti all’anno.

Il menù degli Editori Tradizionali

Secondo Berger il fulcro di questo gioco è la Seo, la  Search Engine Optimization: scrivere contenuti che “sono molto ricercati dagli utenti dei motori di ricerca”. Così come mi rispose il CEO di Demand Media in merito al proprio business model, anche Berger sostiene che il suo portale non è in competizione con il giornalismo tradizionale. Piuttosto, Berger è convinto che Suite 101, così come altre realtà similari, competa con “l’editoria di stampo non narrativo”.

Quella che in passato soddisfaceva bisogni di una persona che, ad esempio, voleva ammodernare la propria casa e comprava quindi un libro sull’argomento. Oggi, però, queste informazioni vengono reperite su Google, ma gli editori tradizionali “non si sono resi conto di quanto stia accadendo”.

Ho chiesto a Berger cosa dovrebbero fare questi editori per ‘svegliarsi’: mi ha ribattuto che non c’ è stata nessuna “risposta da parte degli editori” di fronte allo sviluppo di siti come Suite 101. La risposta migliore data dagli editori sono gli e-book. Tuttavia, “le domande degli utenti sono molto più specifiche” rispetto a quanto viene convogliato dagli e-book. “In quest’ambito a fare la differenza è la conoscenza specifica degli argomenti”, continua Berger, che è proprio ciò di cui si occupa Suite 101.

Demand Media contro Google

La domanda è: Suite 101 è preoccupato della crescita di Demand Media e della possibilità che domini questo settore? Berger ritiene che Demand Media sia interessato unicamente a “spazi lucrativi dal punto di vista commerciale” e non ad “argomenti più di nicchia” come quelli trattati da Suite 101.

Berger, inoltre, ritiene che Google rappresenti una minaccia per il business model di Demand Media: “Google è il migliore a lavorare con gli algoritmi. Quello delle nicchie sta diventando un grosso filone, e Google – non Demand Media – si trova in una posizione migliore per gestire un tale settore”.

Ciò significa che Demand Media – come suggerisce il nome stesso – utilizza software sofisticati per l’individuazione dei contenuti “richiesti” dal Web. Tuttavia, Google possiede ancora il principale motore di ricerca, in cui milioni di utenti navigano alla ricerca di contenuti, e pertanto gode di una posizione prevalente su Demand Media. Google, pertanto, può scegliere di aprire i propri meccanismi all’open source in merito all’individuazione dei contenuti richiesti dal Web (annullando il principale vantaggio competitivo di Demand Media) o modificare il proprio algoritmo di PageRank focalizzandosi sulla qualità piuttosto che sulla quantità (cosa che a quanto pare sta già accadendo).

La Nuova Agricoltura

Suite 101 non sembra risentire della sfida tra Demand Media e Google. Secondo Berger, infatti, la sua piattaforma si concentra sugli autori, e potrebbe cessare di essere “una nicchia di scrittura professionalizzata” per diventare un “costruttore di personal brand rivolto a soggetti qualificati”. In altre parole, un luogo in cui gli esperti di determinate materie possono condividere le proprie conoscenze.

Moltiplicando quanto detto per centinaia di migliaia di argomenti si ottiene un business potenzialmente lucroso. Ma altri competitor (Mahalo, About.com e Associated Content) stanno “coltivando” il Web a caccia del successo.

(traduzione di Andrea Fama)