———-
Qualcuno sta cominciando a pensare che le agenzie di pubbliche relazioni potrebbero diventare in futuro una nuova, inattesa fonte giornalistica. Un articolo sull’ Independent di ieri delinea l’ ipotesi che le grosse agenzie di PR stiano lavorando a una nuova strategia che vede grossi nomi del giornalismo strappati al loro mestiere e messi in posizioni chiave nelle agenzie di relazioni pubbliche.
L’ articolo – segnala Editorsweblog – cita in particolare l’ assunzione da parte di Edelman, una grossa azienda Usa di pubbliche relazioni, di Richard Sambrook, ex capo redattore di BBC News, nella posizione di responsabile della sezione contenuti. E sottolinea l’ arrivo di Stefan Stern al Financial Times come nuovo capo della strategia della testata.
Mentre fino ad ora i mondi delle PR e del giornalismo a volte si sovrapponevano, ora – osserva Editor’s Weblog – queste nuove decisioni profilano dei cambiamenti. L’ invito di Sambroock, secondo cui “ogni azienda dovrebbe essere una media company nel suo settoreâ€, suggerisce l’ idea che le aziende dovrebbero bypassare le tradizionali fonti di informazioni e parlare direttamente ai consumatori. In più, come asserisce Sambrook stesso, il paesaggio giornalistico attuale, con i suoi mutamenti, presenterebbe delle grosse opportunità per l’ espansione delle PR.
E dunque, questa mossa di Edelman fa presagire un future ibrido Giornalismo/Pubbliche Relazioni? Qualcuno dice forse. Richard Gillis, direttore di Platform Magazine, sostiene che “la fiacchezza della pubblicità tradizionale sta incoraggiando il mondo economico a chiedere un profilo più alto all’ interno del settore dei contenuti editorialiâ€. E quindi muoversi attraverso le fonti di Informazione tradizionali potrebbero non essere sufficiente per le agenzie di Pubbliche relazioni, che sperano di toccare il pubblico in maniera più efficace assumendo un ruolo psudo-giornalistico.
Dunque, mentre Edelman spinge per raggiungere una maggiore qualità giornalistica, Mike Morgan, CEO di The Red Consultancy, ipotizza che le agenzie di PR non dovrebbero mai svolgere il ruolo dei media perché ciò comporterebbe “dei problemi di fiducia con i consumatoriâ€. Mentre la presenza di una terza parte può rendere i consumatori più sicuri, e non farli sentire come se queste grandi aziende incombessero su di loro con i loro prodotti. Certo, le agenzie di PR dovrebbero essere prudenti sul modo con cui affrontare il pubblico, ma l’ irrompere di un mezzo non tradizionale da una fonte inattesa potrebbe essere troppo pesante da digerire per i consumatori.
Mentre al momento può sembrare impossibile, considerando i tanti problemi che il giornalismo oggi si trova di fronte un giornalismo ibridato con le PR non è del tutto furoi orizzonte. Connettere i saperi giornalistici con i ricavi pubblicitari delle aziende di pubbliche relazioni potrebbe produrre contributi economici essenziali al mondo giornalistico.
A quel punto – osserva ancora Editor’s weblog – diventerebbe se i tentativi e gli sforzi del giornalismo in questo senso garantirebbero ancora, o meno, un certo grado di indipendenza e di integrità . Se fosse collegato direttamente con le grandi corporation, i giornalisti potrebbero infatti sentirsi fortemente spinti a sottoscrivere il punto di vista politico dei clienti delle agenzie di PR. E in questo modo se alcuni problemi verrebbero risolti, il matrimonio fra giornalismo e PR potrebbe avere delle conseguenze tragiche straordinarie sulla correttezza e l’ autonomia del giornalismo.
In ogni caso solo il tempo dirà se le PR rappresentano il future del Giornalismo. E, se questodovesse essere il future, se si troverà qualche strada per proteggere l’ indipendenza e l’ onestà di un Giornalismo che però è inestricabilmente legato a interessi economici giganteschi.