Quotidiani: per la prima volta in calo la diffusione a livello mondiale

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Nel recente Forum che  World Association of Newspapers and News Publishers (WAN-IFRA) ha tenuto ad Amburgo, un Rapporto ha indicato un calo dello 0,8% contro un aumento del 6% registrato globalmente negli ultimi 5 anni – Il declino non è omogeneo: i due mercati  più sviluppati, Europa e Nord-America sono stati quelli più colpiti, con un calo del 13,9 e del 4,9%

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Nel 2009, per la prima volta da diversi anni, la diffusione dei quotidiani a livello globale è calata. Lo annuncia l’ ultimo Rapporto annuale ‘’World Press Trends’’, stimando un calo (fra il 2008 e il 2009) dello 0,8%. Almeno negli ultimi cinque anni – ha spiegato Christoph Reiss, CEO di World Association of Newspapers and News Publishers (WAN-IFRA)  presentando il rapporto  nel corso del Forum annuale che si tenuto quest’ anno ad Amburgo – la diffusione mondiale dei quotidiani era cresciuta costantemente, con un aumento globale del 6%.

Secondo Reiss – segnala Journalism.co.uk -, il declino non è ovviamente omogeneo. I due mercati  più sviluppati, Europa e Nord-America sono stati colpiti duramente, con un calo del 13,9 e del 4,9%, rispettivamente. Un andamento da valutare nel contesto di un generale arretramento economico, che ha colpito anche i beni di consumo e i servizi finanziari.

L’ analisi rileva anche un declino notevole nella diffusione dei quotidiani a pagamento in Europa e Nord-America che nel 2009 hanno registrato un calo rispettivamente del 5,64% e del 3,43%. Complessivamente, negli ultimi cinque anni, le perdite nella diffusione dei quotidiani a pagamento ammontano rispettivamente a 10,62% nell’ America del nord e  al 7,92% in Europa.

Al contrario, il numero delle testate a pagamento, a livello mondiale, è aumentato nel 2009 dell’ 1,7%, toccando la cifra di 12.477, con un increment nei cinque anni dell’ 11,7%.

Tendenze più positive caratterizzano invece – secondo Reiss – la diffusione dei quotidiani gratuiti, che è cresciuta del 18,4% negli ultimi 5 anni e del 2,5% nel 2009 rispetto all’ anno precedente.

L’ Europa, second Reiss, è il mercato più dinamico visto che registra negli ultimi 5 anni un incremento del 23% nella diffusion dei quotidiani free.

Che indicazioni si possono trarre da questi dati? Secondo Reiss ‘’si va verso il locale, verso l’ iperlocale. I dati mostrano che è in atto un grande sforzo per realizzare giornali più mirati e più locali’’.

La Russia ha una posizione particolarmente importante nel campo dei quotidiani a pagamento, visto che 67 delle prime 100 testate sono russe. In testa il giapponese  Yomiuri Shimbun con le sue 10.019.000 copie diffuse ogni giorno.

In Giappone, in particolare, i quotidiani raggiungono il 91,5% della popolazione; una percentuale inferiore solo a quella dell’ Islanda, in cui la penetrazione dei giornali tocca il 96%. Seguono a poca distanza Norvegia (82%), Svezia (82%) e Svizzera (81.7%).

Reiss ha cercato di sottolineare al massimo il potere dei giornali in termini di penetrazione e di forza sul piano pubblicitario, citando degli studi recent dell’ Outdoor Advertising Association e di Microsoft secondo cui per un euro di pubblicità sui quotidiani le aziende ricavarebbero 5 euro in termini di vendite.

“Qualsiasi sarà la forma che in futuro prenderà il quotidiano (…), anche se sarà una testata online, esso resterà il media dominante nel mondo’’, ha aggiunto Reiss.

“Internet supererà i ricavi pubblicitari dei giornali nei prossimi cinque anni, ma non dovremo dimenticare un aspetto rilevante, la potenza della pubblicità sui giornali’’.

I ricavi pubblicitari dell’ online non saranno mai sufficienti per sostenere il futuro dell’ industria dell’ informazione e quindi i giornali devono concentrarsi sui loro contenuti per generare reddito. E affrongtare la questione delle infrastrutture. In particolare, second Reiss, ci sarebbero delle ottime opportunità nel settore del mobile e gli editori dovrebbero calcolare i livelli di penetrazione verso gli apparati mobili sui loro mercati come una parte dei piani di sviluppo.

Internet  “ha ormai un suo modello delineato di pubblicità, ma gli utenti, almeno per ora, non hanno intenzione di pagare per accedere ai contenuti. I motori di ricerca dominano il campo. Il mobile ha conquistato una parte degli utenti, che accettano di pagare peri contenuti, ma niente pubblicità, per favore’’