WAN-IFRA sostiene che un calo dello 0,8% nella diffusione planetaria sarebbe ancora un dato positivo anche comparato alla crescita dell’ 1,3% registrata nel 2008. Ma il meno 17% nei ricavi pubblicitari è sicuramente una brutta notizia, dato il vistoso aumento della perdita rispetto al declino del 5% del 2008 – E nonostante tutto WAN-IFRA spiega che ci sono 1,7 miliardi di persone (circa il 25% della popolazione mondiale adulta) che legge un quotidiano
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Global Newspaper Circulation And Advertising Decline
di Philip M. Stone
(da Followthemedia)
Ogni anno la World Association of Newspapers and Newspaper Publishers (WAN-IFRA) diffonde il suo World Press Trends, che raccoglie l’ analisi dell’ andamento della stampa in 223 paesi, e il ‘titolo’ è stato sostanzialmente sempre lo stesso: a livello globale la diffusione dei quotidiani è cresciuta, soprattutto per i grossi aumenti registrati in India e Cina, mentre in Europa e America del Nord è costantemente in diminuzione.
Per il 2009 però non è andata così, perché, anche se c’ è stata una lieve crescita in Asia, su scala mondiale la diffusione gli introiti pubblicitari sono complessivamente diminuiti.
Data la situazione di crisi economica, WAN-IFRA sostiene comunque che un calo dello 0,8% nella diffusione planetaria sarebbe ancora un dato positivo anche comparato alla crescita del 1,3% registrata nel 2008. Ma il meno 17% nei ricavi pubblicitari è sicuramente una brutta notizia, dato il vistoso aumento della perdita rispetto al declino del 5% del 2008.
E nonostante tutto WAN-IFRA spiega che ci sono 1,7 miliardi di persone – circa il 25% della popolazione mondiale adulta – che legge un quotidiano.
Analizzando i dati nei particolari si vede però che nelle varie parti del mondo le tendenze sono molto diverse. L’ Asia vede ancora una crescita della diffusione, ma si tratta solo dell’ 1%, mentre in Europa c’ è un calo del 5,6% e in Nord America del 4,6%. Ma gli investimenti pubblicitari sono in rotta dovunque – con il Nord America a meno 25%, l’ Europa occidentale a meno 13,7%, quella centrale ed orientale a meno 18,7% menre in Asia e America del sud il calo è rispettivamente del9,6% e del 2,9%. Solo in Medio Oriente e Africa la spesa pubblicitaria resta stazionaria.
Negli ultimi 5 anni il trend in questo campo è stato orribile – con una diminuzione globale del 17,9% (Nord America con uno spaventoso 33% in meno, l’ Europa occidentale a meno 15% e un calo anche in Asia, con meno 5,4%).
Ma nonostante tutto Cristoph Riess, Ceo di WAN-IFRA, ancora esulta: “Francamente continuo a notare fra I giornalisti che si occupano di media a soffermarsi sui dati negativi del settore mentre è chiaro che c’ è anche molto di positivoâ€.
Abbiamo quindi cercato gli aspetti positive. E’ una buona notizia il fatto che il numero delle testate quotidiane è cresciuto dell’ 17% rispetto all’ anno precedente, a 12.477, con un aumento di circa 190 titoli.
Nel 61% dei paesi la diffusione dei giornali era stabile o leggermente in aumento e delle previsioni di Zenith Optimedia rileva che dovrebbe esserci il prossimo anno un aumento globale di circa il 3,5% nella pubblicità sui gioornali con una crescita in tutte la aree.
Il Ceo di WAN-IFRA ammette che la rivoluzione digitale è il cuore di un modello economico nuovo per i giornali ma resta sfuggente su quale sia questo modello visto che la stampa sta declinando rapidamente nel mondo “matureâ€.
“Molte aziende editoriali di giornali dei mercati maturi hanno abbracciato piattaforme digitali e nuove forme di pubblicazioni cartacee, accrescendo i portafogli di prodotti, l’ audience e i ricavi, anche se la diffusione delle testate tradizionali è andata sotto pressioneâ€, sostiene Riess.
“Nei fatti, è questa metamorfosi del modello economico della carta stampata in un nuovo modello dinamico basato sulla stampa ma con una forte espansione digitale, che è allo stesso tempo il problema e l’ opportunità per la nostra industriaâ€.
I tre mercati più ampi sono in Asia: India (110 milioni di copie quotidiane vendute), Cina (109 milioni) e, al terzo posto, più distante, Giappone (50 milioni). Quello Usa è a 46 milioni e quelle della Germania è il più ricco dell’ Europa occidentale, con 20 milioni di copie.
Sessantasette dei 100 quotidiani più venduti al mondo sono in Asia.
Il tempo della nascita di circa un quotidiano gratuito è passato e c’ è stato un forte terremoto nel settore, ma quelli che restano sono ancora una forza con cui bisogna fare i conti.
In Europa, per esempio, i quotidiani gratuiti coprono il 20% di tutta la diffusione globale de il 7% nell’ America del nord.
WAN-IFRA rileva che “non si può ancora dire quando, nel futuro prossimo, la pubblicità online potrà colmare le perdite registrate nella stampaâ€, che è poi il motive per cui trovare un nuovo modello economico è così importante, includendo forse anche la questione importantissima di determinare quante persone sarebbero disposte a pagare per la loro Informazione online. Il mobile può essere forse una grossa chance per raccogliere una parte di quei redditi, ma WAN-IFRA suona l’ allarme.
“Un nuovo modello per la pubblicità non è ancora emerso e quelli che controllano i canali hanno mostrato, finora, poco interesse per i contenuti e gli accordi editorialiâ€.
E il giudizio di WAN-IFRA sui vari iPad e Kindle non è positivo come ci si sarebbe potuto aspettare. “I lettori digitali mostrano aspetti promettenti, ma ci sono anche alcune cose da superare, come problemi di leggibilità e il bisogno di batterie molto potenti, che potrebbero diventare pesanti in un futuro prevedibileâ€.
WAN-IFRA sostiene che a livello globale la pubblicità sui giornali è ancora molto conveniente, ma gli inserzionisti evidentemente non la pensano allo stesso modo visto che il 39% della spesa pubblicitaria va alle tv, mentre alla stampa arriva il 24% e il 12% finisce ad internet.
E come spiegazione del perché i ricavi pubblicitari di internet non sembrano portare benefici ai giornali, nonostante siano in costante aumento, WAN-IFRA nota che la gran parte di quel mercato è rappresentato dalle ricerche, cosa per cui è proprio Google, con quasi il 65% della pubblicità del settore, è diventato il gigante che è oggi.
Quindi, per quanto WAN-IFRA non gradisca gli articoli negativi sulla stampa, sono i numeri di question settore che non incoraggiano. Non importa il perché, ma il fatto è che i quotidiani in alcune parti del mondo maturo, soprattutto negli Usa, continua a registrare quest’ anno un declino delle entrate pubblicitarie, anche se a livelli minori degli anni scorsi, ma considerando che negli Usa queste entrate sono calate di un terzo negli ultimi 5 anni l’ ottimismo su questo versante è duro da accettare.
E mentre WAN-IFRA parla del numero delle copie vendute e del reddito che ne consegue, non tocca però la questione della qualità . Non conta il numero di giornalisti cacciati in ciascuna area del mondo in questi anni, ma tutti noi sappiamo che si tratta di numeri significativi. E allora, i lettori stanno ricevendo la stessa qualità del prodotto rispetto a, per esempio, cinque anni fa? Questa, ovviamente, è una questione soggettiva ma la salute dell’ industria dei quotidiani non si può osservare solo guardando alla diffusion o ai dati della pubblicità , ma anche alla qualità del prodotto finale.