Si tratta di un ruolo che interessa direttamente anche il settore giornalistico (la BBC, ad esempio, ha già creato la figura del redattore addetto ai social media, vedi Lsdi) e quello della pubblicità .
Lo assicura Sysomos blog (2010 is going to be the year of the community manager) e ne è convinto ancheHarold Jarche, un consulente canadese che – afferma nel suo blog -, non si meraviglierebbe se i 16.000 sedicenti specialisti di social media che qualcuno ha censito spulciando fra le biografie pubblicate su Twitter si ‘vendessero’ come community manager.
Traci Armstrong, esperta di pubblicità , pensa che giornalisti e copywriters potrebbero essere dei buoni community managers. Come sono necessarie le capacità di buona scrittura bisogna far entrare in campo anche dei community manager in grado di creare empatia e di capaci di vivere in una situazione di perenne Beta. Le comunità online non saranno mai stabilizzate.
Cosa ci vuole? Non pensare che si tratti di un lavoro con orario 9-17, prima di tutto, perché – commenta Jarche – bisogna stare sempre a trottare fra Twitter, i commenti dei blog, le segnalazioni che arrivano dai componenti della comunità e cambiare quindi il proprio ruolo a mano a mano che cambiano i bisogni della comunità .
E’ un lavoro molto duro e non sempre i risultati sono tangibili e visibili, commenta Jarche, che elenca qui vari altri suggerimenti e caratteristiche di questa nuova figura .