In una ricerca pubblicata su Innovationjournalism.org due ricercatori descrivono come l’ Intelligenza artificiale stia ormai penertrando sempre più a fondo nelle fondamenta del giornalismo: i contenuti (attraverso l’ analisi automatica del prodotto in tutti i formati mediali), e la pubblicità (attraverso la misurazione scientifica della reale attenzione del consumatore e le inserzioni sempre più mirate sulla personalità dell’ utente) – I rischi per la libertà del giornalismo
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Gli algoritmi dell ‘ Intelligenza Artificiale stanno cambiando drasticamente il giornalismo professionale e le relative ricerche accademiche. L’ AI (Artificial Intelligence) sta penetrando all’ interno delle fondamenta del giornalismo: i contenuti (attraverso l’ analisi automatica del prodotto in tutti i formati mediali), e la pubblicità (attraverso la misurazione scientifica della reale attenzione del consumatore e le pubblicità sempre più mirate sulla personalità dell’ utente). Sia contenuti che pubblicità sono quindi destinati a cambiare in maniera significativa.
E’ lo sfondo su cui si muove una Ricerca dal titolo ‘’DIGITAL IDENTITIES AND JOURNALISM CONTENT – HOW ARTIFICIAL INTELLIGENCE AND JOURNALISM MAY CO-DEVELOP AND WHY SOCIETY SHOULD CARE’’ , realizzata da Noam Lemelshtrich Latar, un ricercatore israeliano, e David Nordfors, della Stanford University, e pubblicata da Innovation Journalism (Vol.6 No.7)(la segnalazione è di Giuseppe Granieri in Giornalismo artificialmente intelligente).
Il carattere interattivo dei nuovi media – spiegano i due autori in una sintesi – permetterà , per la prima volta, , utilizzando dei metodi scientifici, delle misurazioni accurate della reale attenzione che gli utenti dei media rivolgono al contenuto giornalistico. Gli inserzionisti chiederanno una convalida piena della classificazione dei consumatori. Gli attuali metodi di misurazione scompariranno. E sarà quindi il ROI (Ritorno degli investimenti) pubblicitario a determinare il destino delle aziende giornalistiche finanziate dalla pubblicità .
Nuovi modi di misurare l’ attenzione del consumatore e il suo comportamento, come l’ ‘engagement’ e il ‘behavioral targeting,’ stanno diventando le nuove parole chiave per descrivere il coinvolgimento dell’ utente attraverso dei contenuti a dimensione personale multipla. Si stanno creando dei nuovi algoritmi di Iintelligenza artificiale che permetteranno di decodificare automaticamente e ‘taggare’ i contenuti per consentire ai motori di ricerca di ottenere nuovi livelli di conoscenze. Video, audio, immagini e testi verranno convertiti in formulazioni matematiche che si prestano a una automatica ‘’analisi di ricerca conoscitiva’’ senza alcun intervento umano.
I motori di intelligenza artificiale verranno usati dalle aziende editoriali per raggiungere dei clienti attraverso contenuti di loro interesse, automaticamente.
Ma, la dipendenza da un sistema di ricavi calcolati sulla base dell’ attenzione, misurabile, dei consumatori – avvertono i due ricercatori – potrebbe indurre i giornalisti su tutte le piattaforme a confezionare i contenuti per massimizzare l’ attenzione e quindi gli introiti. E bisognerà inventare dei nuovi business model per ridurre i rischi intrinseci per la libertà giornalistica che i nuovi metodi indurranno.
In questa ricerca – concludono Noam Lemelshtrich Latar e David Nordfors – descriviamo gli sforzi globali in atto per elaborare delle norme universali per la gestione delle identità digitali e il modo con cui l’ Intelligenza Artificiale potrà essere utilizzata per ‘’denotare’’ automaticamente i contenuti giornalistici. E analizziamo anche i nuovi concetti che vengono utilizzati per accrescere la reale attenzione del consumatore per i contenuti dei media e descrivere l’ architettura di un motore a Intelligenza artificiale che selezionerà i contenuti a seconda della personalità dei lettori.