Ken Auletta, uno dei maggiori conoscitori del mondo dei media, descrive in un libro appena pubblicato in Italia ‘’ la fine del mondo come lo conosciamo’’ – ‘’Effetto Google’’ racconta la velocissima ascesa di una delle più ricche aziende del mondo e ne esplora anche i meccanismi interni, sostenendo che, in effetti, ‘’ Il timore dei media tradizionali nei confronti di Google è più che giustificato’’
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‘Il timore dei media tradizionali nei confronti di Google e’ piu’ che giustificato. Oggi le iniziative in fatto di software di Google invadono tutti i media, dal telefono alla tv, dalla pubblicita’ ai quotidiani, dalle riviste ai libri, dagli studios di Hollywood ad aziende digitali come Microsoft, Amazon, Apple o eBay. Per aziende costruite sul possesso, sulla vendita o sulla distribuzione di quelle informazioni, Google puo’ rappresentare veramente il nuovo ‘impero del male’ ”. E’ la coinvinzione di Ken Auletta, uno dei maggiori conoscitori americani del mondo dei media, autore di numerosi saggi e dal 1992 responsabile  della rubrica Annals of Communication sul New York Times.
Alla grande G di Mountain View Auletta ha dedicato il suo ultimo libro, dal titolo appunto ”Effetto Google” (Garzanti).
”Il mondo oramai si e’ Googlizzato – racconta Auletta, come riporta Titti Santamato sull’ Ansa -. Non cerchiamo informazioni, andiamo su Google. Volete vedere una puntata del Charlie Rose (popolare programma Usa, ndr) che avete perso? Lo trovate su YouTube (una consociata di Google). Volete mettere un’inserzione pubblicitaria sulla rete? C’e’ DoubleClick (un’altra consociata di Google). Volete leggere un articolo pubblicato da un quotidiano? Google News aggrega quotidianamente 25 mila nuovi siti. Cercate un libro fuori stampa o una rivista accademica? Google sta tentando di rendere disponibili in forma digitale quasi tutti i libri mai pubblicati”.
Anche se Google ha sempre cercato di mantenere i suoi segreti, Auletta ha potuto contare sulla massima cooperazione mai fornita a un giornalista, compreso l’accesso a riunioni riservate, oltre che interviste ai fondatori Larry Page e Sergey Brin, al Ceo Eric Schmidt e a circa 150 dipendenti ed ex dipendenti.
Effetto Google non si limita pero’ a spiegare le ragioni del successo. Evidenzia anche le possibili difficolta’ che potrebbe incontrare l’azienda, come e’ accaduto a colossi quali Xerox e General Motors. E mette in luce i conflitti che la attraversano: la tensione tra la crescita vertiginosa e un vincolo etico in apparenza elementare, ovvero il famoso Don’t be evil, ovvero Non fare il male, slogan ufficioso dell’azienda; i limiti della convinzione che gli algoritmi matematici possano sempre fornire risposte corrette; lo scontro tra gli ingegneri di Google, che vogliono rendere pubblici sempre piu’ dati, e i cittadini, che si preoccupano della privacy. Senza dimenticare il crescente ruolo nel settore dei media con la concorrenza, che molti ritengono sleale, a giornali, libri di carta e forse tra poco anche alla televisione.