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Anna Politkovskaja, il processo banco di prova decisivo per il riformismo in Russia

A cinque anni dal delitto l’ inchiesta sull’ uccisione della giornalista della Novaja Gazeta continua e, pur se a fatica, comincia a coinvolgere anche personaggi delle istituzioni, come un dirigente delle forze speciali di polizia e un rappresentante della comunità cecena a Mosca, oltre ad esponenti del mondo dei grandi affari, come l’ex magnate Boris Abramovič Berezovskij – Ma per quest’ ultimo capitolo, molti osservatori, fra cui Il’ja Politkovskij, figlio della giornalista assassinata, guardano con diffidenza alle accuse mosse nei suoi confronti  – E il suo legale parla di accusa strumentale, volta a ottenere la sua estradizione in Russia: ‘’visto che tutti i tentativi  di estradarlo non hanno mai ottenuto successo, sperano che una nuova accusa in questo caso di omicidio li aiuterà a risolvere questo problema’’- Il processo costituisce un test anche per Medvedev stesso, in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno: la cattura del mandante dell’ uccisione della giornalista potrebbe essere una carta piuttosto alta da giocare

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di Valentina  Barbieri

Sono passati quasi 5 anni dall’ assassinio di Anna Politkovskaja, avvenuto il 6 ottobre 2006 nel pieno centro di Mosca.  I colpi di scena non sono mancati ma i risultati investigativi sono stati piuttosto scarsi.

Anche se, da qualche mese a questa parte, le indagini sembrano procedere più spedite e riemergono nomi vecchi e nuovi del processo per l’ uccisione della giornalista moscovita.

Dopo l’ assoluzione nel febbraio 2009 dei tre principali indagati (Džabrail e Ibrahim Machmudov e Sergej Khadžikurbanov, ritenuto allora organizzatore dell’omicidio), a maggio di quest’anno è stato arrestato in Cecenia il terzo fratello Machmudov,  Rustam,  accusato di essere l’ esecutore materiale dell’ omicidio.

A fine agosto è finito dietro le sbarre anche Dmitrij Pavlyučenkov, ex poliziotto moscovita accusato di aver coordinato l’ esecuzione.

Secondo Vladimir Markin del comitato nazionale d’ inchiesta, alla fine di luglio 2006 Pavlyučenkov sarebbe stato pagato per organizzare l’ omicidio della Politkovskaja e avrebbe assoldato i tre fratelli Machmudov e altre persone.

All’ epoca dei fatti Pavlyučenkov era a capo di una sezione operativa della direzione generale degli affari interni e avrebbe ordinato ai suoi subordinati di pedinare la giornalista per identificare i suoi orari e le strade che percorreva abitualmente.

Dopo aver acquistato l’arma, elaborato il piano e definito il ruolo di ciascun partecipante, l’ex poliziotto avrebbe fornito le informazioni e l’ arma del delitto a Rustam e ai suoi complici, che qualche giorno prima dell’ omicidio avevano pedinato la giornalista.

Pavlyučenkov era stato coinvolto nel processo per l’ omicidio della giornalista della Novaja Gazeta già nel febbraio del 2009, ma come uno dei testimoni più importanti dell’  accusa. Dopo l’ arresto, l’ex funzionario ha firmato un accordo di collaborazione e il suo livello di responsabilità è stato declassato da “organizzatore” a “compartecipante” del delitto. Il tribunale distrettuale di Basman ha prolungato l’arresto preventivo di tre mesi, fino a dicembre 2011.

Un altro indagato importante è Lom-Ali Gaitukaev, autorità della comunità cecena a Mosca, accusato di essere uno dei principali organizzatori dell’assassinio. Gaitukaev al momento è in Ucraina dove sta scontando la pena per il tentato omicidio di un uomo d’ affari locale.

Tra le vecchie conoscenze del processo tornate sotto i riflettori ce n’è una poi che spicca particolarmente, l’ex magnate russo Boris Abramovič Berezovskij.

Il 16 settembre Pavlyučenkov avrebbe raccontato agli inquirenti di un incontro avvenuto tra Berezovskij e Lom-Ali Gaitukaev che si sarebbe concluso con un accordo tra i due.

Questa versione non convince però i giornalisti della “Novaja Gazeta”, secondo i quali si tratterebbe di una provocazione politica che non corrisponde alla realtà.

“Questa versione per il momento ci rende profondamente scettici. Dal mio punto di vista il mandante di questo delitto di trova in Russia, e non oltre i suoi confini” ha dichiarato ad Interfax il redattore capo di “Novaja Gazeta”, Dmitrij Muratov.

Anche Il’ja Politkovskij, figlio della giornalista assassinata, guarda con diffidenza alle accuse mosse a Berezovkij. Poco dopo l’omicidio il nome dell’ex magnate era risuonato più volte. Ma, spiega, “non ho sentito prove di ciò né conferme”.

In un’ intervista telefonica a radio Echo Moskvy Andrej Borovkov, avvocato di Berezovskij, inserisce le accuse in un piano più complesso del governo russo.

“Ritengo che (l’ accusa, ndt) sia una completa assurdità e in generale sia un tentativo del nostro governo di convocare in tribunale Boris Abramovič in qualità di organizzatore o mandante di tutti gli omicidi più o meno noti degli ultimi anni, a partire dall’ assassinio di Vlad List’ev, dall’ esplosione di Jandarbiev. Adesso decidono di nuovo di accusarlo di essere l’ organizzatore dell’omicidio della Politkovskaja. E’  un ordine ben preciso come sempre”. (…) Penso che l’ accusa sia strumentale, sia legata, soprattutto, al ruolo politico di Boris Abramovič, che da molto tempo si oppone all’ attuale governo. Tutti i tentativi degli organi delle forze dell’ ordine russe di raggiungere in qualche modo Boris Abramovič e di estradarlo sul territorio russo non hanno mai ottenuto successo. Credo sperino che una nuova accusa in questo caso di omicidio li aiuterà a risolvere questo problema”.
Secondo Borovkov l’ accusato sta subendo delle pressioni. “Una lunga esperienza lavorativa in procura e come avvocato mi permette di affermare che queste accuse non vengono mosse gratuitamente: di solito c’ è sempre qualche tipo di accordo con il potere accusante”

Nel complesso Dmitrij Muratov valuta però positivamente gli sforzi delle indagini, che negli ultimi due anni hanno portato all’ arresto di potenziale mandante ed esecutore.

“Siamo d’accordo sul fatto che gli investigatori abbiano rivalutato il ruolo di Dmitrij Pavlyučenkov, passandolo da testimone a organizzatore. E’ importante non solo perché è stato identificato uno dei personaggi chiave della faccenda ma anche per il fatto che si sia riusciti ad annullare quel “terribile ascesso” che sono le forze speciali di polizia a cui capo c’era Pavljučenkov. A mettere sul piatto degli assassini il momento esatto e il luogo del delitto sono stati proprio i collaboratori di questo reparto segreto e speciale. (…)Oltre al Pavljučenkov sono immischiati in questo delitto anche i suoi subordinati che, a mio avviso, sapevano benissimo di trovarsi in un affare illegale”.

Lo stesso giudizio positivo va una volta tanto al FSB. Secondo Muratov i collaboratori del servizio federale di sicurezza hanno condotto “un’operazione speciale ben nascosta” durante la quale è stato arrestato il principale accusato dell’ esecuzione dell’omicidio su commissione. Una delle principali condizioni che hanno permesso il successo dell’ operazione secondo Muratov è stata quella che in essa non sono stati impiegati collaboratori locali delle forze di polizia.

Quindi le indagini del processo per l’omicidio di Anna Politkovskaja proseguono, con qualche risultato, e già si attendono nuovi nomi che appariranno sui giornali. Se questi nomi poi verranno confermati o meno, lo si vedrà con il tempo.

Di sicuro il processo Politkovskaja costituisce un banco di prova decisivo per la giustizia russa, profondamente riformata dal presidente Dmitrij Medvedev. E in una certa misura costituisce un test anche per Medvedev stesso, in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno. La cattura del mandante dell’ agguato ad Anna Politkovskaja potrebbe essere una carta piuttosto alta da giocare.

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Fonti: Deutsche Welle, BBC, Echo Moskvy, Novye Izvestija

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