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Assange: Wikileaks non potrà essere decapitato

Assange e Kristin Hrafnsson
Assange e Kristin Hrafnsson

Una straordinaria rete fatta di almeno 800 volontari e di milioni di sostenitori in tutto il mondo assicurano la sopravvivenza del sito e il proseguimento dell’ attività – Un’ intervista a un settimanale colombiano – Le grandi strutture finanziarie Usa continuano a cercare di soffocare WL, ha denunciato intanto il portavoce di Wikileaks Kristinn Hrafnsson, a Viareggio per ricevere il premio internazionale dell’Unci (Unione nazionale cronisti italiani – Quanto a Bradley Manning, il soldato accusato di aver passato materiali a WL, il giovane detenuto continua ad essere ”torturato in carcere” definendolo  ”un trattamento in pieno stile Abu Ghraib”

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Ottocento alias e milioni di sostenitori in tutto il mondo: Julian Assange, portavoce e principale animatore di WikiLeaks, ha usato questi dati per assicurare che WikiLeaks ‘’è difficile da decapitare”.

La valutazione è stata fatta nel corso di una intervista al settimanale colombiano Semana realizzata a Londra.

‘’L’ ultima volta che sono stato arrestato – ha spiegato – abbiamo continuato a pubblicare materiale ogni giorno’’, ha aggiunto. ‘’Alcuni media hanno costruito il mito secondo cui io sarei una sorta di super-eroe e che in termini di lavoro tutto sarebbe sulle mie spalle. All’ inizio era vero, ma in questi ultimi anni siamo cresciuti. Una straordinaria rete di volontari e di milioni di visitatori ci sostengono e vogliono la nostra sopravvivenza e la continuazione delle pubblicazione’’, ha detto ancora spiegando di essere ‘’minacciato di morte da parte di settori della destra americana e di persone legate ai neo-conservatori’’.

Intorno all’ organizzazione alcuni settori finanziari Usa continuano a cercare di fare terra bruciata, tanto che, ad esempio, la Bank of America vieta ai suoi clienti di effettuare bonifici a WikiLeaks. Lo ha raccontato il portavoce di Wikileaks Kristinn Hrafnsson, a Viareggio per ricevere il premio internazionale dell’Unci (Unione nazionale cronisti italiani), denunciando questa misura – come riporta Lettera43 – come ‘’una privazione di diritti elementari , ma – ha aggiunto – stiamo studiando come portarli in tribunale’’.

Ex giornalista (per 20 anni ha lavorato nelle tivù islandesi) Hrafnsson si è sottoposto a Viareggio al ‘’fuoco amico’’ dei colleghi, spiegando come vive Wikileaks, come riceve informazioni, come le divulga e come sopravvivrà nonostante le pressioni internazionali, americane in primis, e l’arresto di Assange, il ‘volto’ dell’organizzazione.

Quanto a Bradley Manning, il soldato americano accusato di aver passato a Wikileaks centinaia di migliaia di cablogrammi diplomatici riservati, ‘’Noi – ha detto il portavoce – proteggiamo le fonti, e di certo nessuno da Wikileaks ha fatto il nome di Manning, ma nonostante questo Assange ha deciso di voler aiutare il soldato garantendogli economicamente la difesa’’.

Manning intanto continua ad essere ”torturato in carcere” negli Usa, anche dopo che anche in Egitto ”sono state chiuse le camere di tortura”, ha aggiunto Hrafnsson, definendo ”scandaloso che questo accada in un Paese che si dice civilizzato” come gli Stati Uniti.

‘Noi non sappiamo se sia stato Manning la fonte della nostre informazioni. Assange – ha ricordato ancora il giornalista islandese, come riporta l’ Ansa – ha detto di non averne mai sentito il nome fino al suo arresto. Ma se lo è davvero, allora è un prigioniero di coscienza”. Hrafnsson ha sottolineato come il giovane – detenuto nel carcere militare di Quantico, in Virginia, e che rischia la pena di morte – sia costretto a dormire nudo, a rimanere in isolamento per 23 se non 24 ore al giorno e a subire interruzioni del sonno.  ”Un trattamento in pieno stile Abu Ghraib”.

Intanto il giornalista ha precisato che le vicende giudiziarie di Assange non interferiscono in modo sostanziale con l’attivita’ dell’organizzazione, ha detto ancora Hrafsoon, ”perche’ questa non ha un ‘front desk’ ma e’ diffusa in tutto il mondo”. La ricezione di nuovi materiali informativi e’ stata invece fermata, ha aggiunto, da una parte perché l’ ”online submission system è chiuso da mesi dopo il sabotaggio compiuto da alcuni colleghi che hanno lasciato, dall’ altra perché sarebbe sbagliato accogliere altri materiali quando ne dobbiamo gestire ancora tanti altri”, quali appunto gli oltre 250 mila file gia’ in possesso dell’organizzazione.

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Altre notizie sulla vicenda:

– Internet grande macchina spionistica ? (http://memeburn.com/2011/03/could-the-internet-be-the-greatest-obstacle-to-free-speech/)

– Salvate il soldato Manning (http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o25671:e1 ; http://www.altrenotizie.org/esteri/3872-usa-la-verita-torturata.html )

–  Dopo critiche sul caso Manning, si dimette Philip Crowley, portavoce della Clinton (http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=150947)

–  Usa, lo Stato può “spiare” l’account Twitter dei sostenitori di Wikileaks, di Enrica Garzilli

(http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/13/usa-lo-stato-puo-spiare-laccount-twitter-dei-sostenitori-di-wikileaks/97397/ ; http://www.webnews.it/2011/03/14/il-doj-avra-i-dati-twitter-su-wikileaks/)