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Berlusconi e il facepalm, sconfitta e vergogna

Un osservatore francese studioso di fotografia analizza le scelte iconografiche che stanno accompagnando, non solo in Italia, i resoconti sulla vicenda Ruby  -  Se Berlusconi ‘’è probabilmente incapace di provare un tale sentimento’’, questa vergogna è in qualche modo diffusa, tanto che senza forzature si potrebbe leggere queste immagini come un messaggio dei media a Berlusconi: ‘’ci vergogniamo di te’’

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Passarsi una mano sul viso in segno di sgomento e di impotenza: è quello che in gergo internettiano viene definito facepalm e che sta trionfando in questi giorni nell’ iconografia che accompagna le cronache sullo scandalo Ruby. Lo rileva Patrick Peccatte,  studioso e blogger francese, animatore di un noto sito di cultura visuale – Culturevisuelle.org – avvicinandolo alla prassi  del giornalismo fotografico di utilizzare delle ‘’foto insolite, incongrue, a volto poco deferenti nei confronti del soggetto rappresentato’’, diventata ‘’particolarmente visibile nel contesto politico così agitato che stiamo attraversando’’.

Ma il facepalm, in particolare, aggiunge Peccatte, è stato definito come un mème dal sito  knowyourmeme, che ne ha recensito più di un centinaio di esempi. E cita il sito scherzoso  facepalm.org, che  ad ogni visitatore cambia l’ immagine (ovviamente facepalm) di accoglienza sulla home page.

Per quanto riguarda Berlusconi, Peccatte segnala in una pagina tumblr diverse foto del presidente del consiglio in posa ‘’facepalm’’ diffuse in questi giorni.

Queste foto sono state scattate diversi giorni – e in alcuni casi anche diverse settimane – prima dell’  avvio dell’ ultima vicenda giudiziaria. E vengono quindi evidentemente utilizzate in maniera illustrativa e non come elementi specifici degli avvenimenti di questi giorni.

Secondo Peccatte, in questo caso particolare, la situazione di sconfitta suggerita dalle immagini e la scia di stati psicologici che l’ accompagna (esasperazione, irritazione, stanchezza, nervosismo) possono essere completati, ci pare, con un’ altra associazione. Al fallimento si aggiunge, crediamo, una allusione alla vergogna.

Non si tratta di riconoscere nella gestualità fotografata una qualche sensazione di disonore da parte del personaggio: lui è probabilmente incapace di provare un tale sentimento. Questa vergogna è in qualche modo diffusa, ma è a colpo sicuro l’ effetto di questa accumulazione di scelte illustrative convergenti. Le circostanze dell’ inchiesta, la connotazione morale (e moralista) di alcuni giornali e di diverse dichiarazioni rilasciate da diversi protagonisti della vita politica italiana non lasciano alcun dubbio sul atto che queste scelte iconografiche rimandano anche a questo sentimento.

Alcune foto in cui il gesto è particolarmente marcato – commenta ancora Peccatte – ricordano anche delle immagini di imputati o di detenuti che si coprono il volto per non essere riconosciuti, fotografati o filmati. La selezione di questa immagini significa non soltanto che Berlusconi è una volta di più al centro di un epico fallimento, ma anche che il politico fanfarone dovrebbe averne vergogna.

Da parte dei media italiani (quelli che le usano, ndr) si potrebbe leggere queste immagini, senza forzature, così: ‘’ci vergogniamo di te’’.

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