Ebook: vendite alle stelle
Amazon ha annunciato di aver superato le vendite complessive dei libri cartacei (normali e in versione economica messi insieme), con un rapporto di 100 a 105 – Mentre Steve Jobs ha detto che dall’iBookstore di Apple sono stati scaricati 130 milioni di libri digitali, con un incremento di 30 milioni di unità rispetto al marzo dell’ anno scorso – Le donne rappresentano il 66% dei cosiddetti power buyer, i lettori assidui, mentre nel 2009 non erano neanche il 49%.- I consumatori assidui, nel complesso, costituiscono circa il 18% dei lettori di e-book, e coprono il 61% del totale di libri elettronici venduti – Libri elettronici in vendita anche nelle librerie tradizionali
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di Andrea Fama
L’ estate è alle porte e, in vista delle vacanze estive, rievocare l’immagine del popolo degli ombrelloni mollemente armato di libro e olio solare non richiede un grosso sforzo di immaginazione. Più futuribile, invece, è l’immagine del bagnante immerso nella lettura che tra le mani stringe un e-reader piuttosto che un tascabile.
Di fatto, se non per statistiche puramente commerciali o per speculazioni socio-culturali, ma piuttosto per motivi meramente fisici, viene da chiedersi: nonostante gli schizzi d’acqua, il sole e la sabbia, è davvero possibile che finiremo per leggere il nostro romanzo estivo su un dispositivo digitale?
Una prospettiva affascinante per molti, raccapricciante per altri, ma non necessariamente irrealistica -almeno nel medio-lungo termine.
L’editoria digitale, infatti, sta vivendo un momento di intensa vivacità , come testimoniano numerose iniziative (anche in Italia) e, soprattutto, la decisa espansione del mercato degli e-book.
Solo poche settimane fa, Amazon.com, la più grande libreria del mondo, ha annunciato il sorpasso definitivo dei libri digitali a scapito di quelli cartacei. Al luglio 2010, il numero di e-book venduti per Kindle (l’e-reader introdotto da Amazon nel 2007, che oggi con i suoi 950 mila titoli assorbe attorno al 60-65% del mercato dell’editoria digitale) era superiore a quello dei libri tradizionali (settore che vede l’azienda di Seattle impegnata già dal 1995), e solo sei mesi più tardi il sorpasso si è consumato anche ai danni delle edizioni economiche. Oggi, le vendite di e-book hanno superato le vendite complessive di entrambe le categorie cartacee, con un rapporto di 100 a 105. “I nostri clienti optano più spesso per gli e-book che per i libri tradizionali. Speravamo vivamente che ciò accadesse prima o poi, ma non avremmo mai immaginato che sarebbe successo tanto in fretta: sono 15 anni che vendiamo libri cartacei, mentre abbiamo introdotto gli e-book solo 4 anni faâ€, commenta Jeff Bezos, Fondatore e Amministratore Delegato di Amazon.
E Amazon non è la sola azienda a sorridere guardando allo sviluppo del mercato dell’editoria digitale. Steve Jobs, infatti, pochi giorni fa ha dichiarato che dall’iBookstore di Apple sono stati scaricati 130 milioni di libri digitali, con un incredibile incremento di 30 milioni di unità rispetto a marzo dell’ anno scorso. Il dato della grande mela di Cupertino (che con i suoi 200 mila titoli detiene circa il 10% del mercato) include sia le versioni gratuite che quelle a pagamento, ma si tratta comunque di cifre significative.
Certo, si dirà , l’utente di Amazon (o di Apple, che però non vende libri) è più incline all’innovazione tecnologica di quanto non sia il cliente medio di una libreria tradizionale, lettore maggiormente soggetto al fascino sensoriale (tattile, ma anche olfattivo) della cellulosa. Tant’è. Ma il dato resta incontrovertibile: il trend è in spedita crescita e il futuro anticipa sempre più rapidamente sé stesso, come abbiamo visto.
Ma chi è, a proposito, il lettore di e-book?
Un sondaggio del Book Industry Study Group sul comportamento dei lettori di e-book (il Consumer Attitudes Toward E-Book Reading) rivela che il consumatore assiduo di libri elettronici – ovvero un lettore che acquista almeno un e-book a settimana – è donna, 44enne e appassionata di romanzi d’amore, che spende in libri più di quanto non facesse in passato e li legge su un e-reader piuttosto che sul proprio computer. Le donne, infatti, ammontano al 66% dei cosiddetti power buyer, mentre solo nel 2009 non rappresentavano neanche il 49%. (I consumatori assidui, nel complesso, costituiscono circa il 18% dei lettori di e-book, e rappresentano il 61% del totale di libri elettronici venduti).
Il sondaggio rileva anche che, ad oggi, i libri elettronici assorbono attorno all’11% dell’intero mercato. Tra l’ottobre 2010 e il gennaio 2011, la percentuale di lettori tradizionali che dichiara di acquistare e-book è più che raddoppiata, passando dal 5% a quasi il 13% – trascinati dalla convenienza dei prezzi e dalla possibilità di fruire di campioni gratuiti. La maggior parte degli e-book venduti è costituita da romanzi (il 58%, per l’esattezza), suddivisi equamente tra romanzi letterari, di fantascienza e d’amore.
E come si muovono i nomi (soprattutto quelli nuovi) che operano sul mercato?
Apparentemente, la direzione intrapresa da alcuni attori del mercato è opposta a quella che ci si aspetterebbe. Mi spiego. Finora una delle caratteristiche più sponsorizzate dell’editoria digitale è stata l’ubiquità delle pubblicazioni, acquistabili comodamente da casa (da lavoro, dalle vacanze, ecc.) e consultabili ovunque. Tale ubiquità è dovuta proprio alla non fisicità del prodotto digitale.
Oggi questo paradigma pare voler essere parzialmente rovesciato. Enthrill, start-up dell’editoria digitale, sostiene che l’esperienza digitale risenta della mancanza di copie fisiche di libri elettronici da vendere presso librerie fatte di mattoni ed espositori, e non solo di pixel e gallery.
Il modello di Enthrill consentirà alle librerie di vendere delle card raffiguranti la copertina del libro da un lato, mentre sull’altro viene riportato un codice per il download ed un codice QR (che fornisce l’accesso a contenuti quali capitoli campione e trailer). Dopo aver acquistato la card, il consumatore, attraverso il sito di Enthrill, potrà scaricare l’e-book in formato PDF o EPUB. Se poi l’utente scaricherà altri titoli, tali vendite saranno accreditate alla libreria presso la quale ha effettuato l’acquisto originario.
Enthrill – che avrebbe già accordi in corso con editori nord americani e dovrebbe iniziare a testare il modello in circa 150 librerie canadesi – intende offrire ai rivenditori indipendenti la possibilità di vendere libri digitali. Tuttavia, gli fa eco Roxanne Coady, Presidente di R.J. Julia, una delle principali catene indipendenti, la American Booksellers Association già consente alle librerie associate di vendere gli e-book di Google non solo on-line, ma anche sul punto vendita.
Secondo gli analisti, la sfida più difficile per Enthrills sarà quella di convincere i consumatori che acquistare un e-book presso una libreria tradizionale effettivamente semplificherà le loro vite, in un periodo in cui, come abbiamo visto, le vendite di libri elettronici pare non abbiano bisogno di incentivi, avendo registrato nel gennaio 2011 un + 116% rispetto al 2010.
Personalmente, ritengo che la sfida non debba tanto mirare all’ulteriore semplificazione della vita del consumatore (già abbastanza facilitata dalla possibilità di acquistare e vedersi recapitato un libro per telefono, ad esempio), quanto piuttosto all’integrazione efficace di modelli e canali di vendita e distribuzione diversi, ma complementari, in grado di beneficiare delle buone prassi e delle strategie sviluppate nei rispettivi ambiti.
Forse è questo il percorso che anche le biblioteche intendono intraprendere, ingrassando le proprie collezioni digitali di romanzi d’amore, fantascienza e gialli (i generi che hanno dominato il mercato negli ultimi anni), con un apertura alla saggistica breve. Gli ostacoli principali a questo importante passo sono costituiti dalle strategie di cessione adottate dagli editori (ancora poco chiare) e dalle restrizioni al noleggio imposte alle stesse biblioteche, cui è impedito noleggiare un e-book a più persone contemporaneamente e per non più di 26 volte, dopodiché sono costrette a riacquistare il volume digitale.
Anche questa è una prospettiva che apre scenari decisamente interessanti. E se l’immagine di lettori digitali abbandonati al proprio Kindle sul bagnasciuga poteva sembrare futuribile, quanto fuori dal tempo può risultare l’idea di un vecchio bibliotecario con le narici intrise dell’odore del silicio piuttosto che della carta ingiallita, intento a spolverare e riordinare intere pareti di volumi elettronici?