Nella rincorsa a Twitter e Google+,  FB ha introdotto uno strumento che dovrebbe separare lo ‘spazio’ pubblico da quello privato –  Non serve più essere ‘amici’ per potere vedere gli ultimi aggiornamenti degli altri utenti ed è possibile scegliere  quanti e quali aggiornamenti ricevere – Jeff Sonderman, un esperto di digital media, elenca 5 aspetti del nuovo servizio che possono interessare il giornalismo
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New Subscribe button lets journalists use Facebook like Twitter
di Jeff Sonderman
Subscribe button (‘’Ricevi gli aggiornamenti’’), il nuovo servizio di Facebook, ha delle implicazioni importanti per i giornalisti.
Fino ad oggi l’ unico modo per connettersi con il profilo di qualcuno era diventarne amico. Ma ora c’ è un’altra possibilità . Le persone possono sottoscrivere per vedere gli aggiornamenti pubblici di una persona fra le loro notizie senza aggiungere questa persona come amico.
Questo rappresenta un grande cambiamento nel modo in cui Facebook opera. Qui sotto 5 cose fondamentali che i giornalisti dovrebbero capire di questa novirà .
1. Bisogna per prima cosa decidere di partecipare, è un’opzione da attivare. Bisogna andare a questa pagina e abilitare la funzione. Solo allora altri utenti FB potranno visitare il profilo e sottoscrivere la ricezione degli aggiornamenti.
2. Molti giornalisti potrebbero capire che non hanno più bisogno di una pagina FB separata. Le pagine hanno due vantaggi rispetto ai profili: gli utenti possono sottoscrivere gli aggiornamenti alla pagina (attraverso i Like) senza essere amici, e non esiste un limite al numero di fan che è possibile avere.
Mentre fino ad ora il limite per gli amici è di 5.000, ora si possono avere un numero illimitato di follower. Questo permette al giornalista o ad altre figure pubbliche di raggiungere un numero consistente di ‘seguaci’ sul proprio profilo personale, senza preoccuparsi più del limite al numero di amici.
C’ è però anche chi vorrà mantenere, a ragione, la propria pagina di FB: se ha già un numero cospicuo di follower che non vuol perdere, oppure se utilizza già le app e gli strumenti extra che Facebook Pages permette di aggiungere per promuovere la propria pagina.
3. Facebook continua ad incoraggiare l’ aspetto pubblico della piattaforma. Creando un pubblico distinto per gli aggiornamenti pubblici, FB sta cercando di motivare gli utenti a condividere sempre più cose .
Le persone che hanno molti sottoscrittori dovrebbero essere indotte a condividere più cose pubblicamente e a mantenere gli aggiornamenti privati solo per famigliari e amici. Se questo accadrà ,  la funzione di ricerca di FB diventerà uno strumento utile per i giornalisti e altri che vogliano cercare post pubblici come fanno su Twitter.
4. Ogni follower controlla quanto può essere visto del tuo profilo. Questo può essere sia positivo che negativo per un giornalista. Ma ognuno può scegliere di vedere tutti gli aggiornamenti, alcuni di essi o solo i più importanti, dal punto di vista di Facebook.
L’aspetto positivo è che i più fedeli follower possono scegliere di vedere tutti i post. Con il vecchio sistema meno dell’8% dei follower di una pagina FB vedevano realmente ogni post sulla propria bacheca.
5. Facebook sta cercando di imporsi come il social network per tutto e tutti, incorporando anche le caratteristiche che distinguono Twitter e Google+.
Fino ad ora, esisteva un equilibrio di potere fra i social network – una sorta di accordo di non belligeranza per cui ogni rete aveva un ruolo diverso. FB prevaleva nel campo della condivisione fra famigliari e amici reali (oltre a qualche pagina pubblica per brand o star). Twitter per la diffusione pubblica delle notizxie di attualità e Google+ per la forte possibilità di controllo sulla privacy e la condivisione attraverso i circle.
Ora FB si sovrappone a Twitter (Subscribe button offre anche la possibilità di pubblicare i post di FB su Twitter). E, in più, all’ inizio di questa settimana ha annunciato un nuovo sistema per creare e condividere liste di amici, similmente ai circles di Google+.
A questo punto, se questi sforzi riusciranno anche in parte, le redazioni potrebbero dover ripensare le strategie per i social media.
(traduzione a cura di Claudia Dani)