Uno dei progetti per cui il sito aveva proposto il finanziamento, messo a punto da una nota fotografa americana, Carolyn Drake, ha raccolto in soli 23 giorni oltre 8.000 dollari( da 64 sostenitori), contro i 7.700 che erano stati chiesti – La fotogiornalista tornerà fra gli Uiguri dopo quattro anni per testimoniare le ultime fasi della storia di una popolazione che le autorità cinesi hanno deciso di cancellare a tutti i costi – Gli altri progetti
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Carolyn Drake, notissima fotografa americana, si è affidata al crowdfunding per realizzare un nuovo reportage sugli Uiguri, un’etnia turcofona di religione mussulmana che vive nel nord-ovest della Cina, soprattutto nella regione autonoma dello Xinjiang.
Il suo progetto, accolto e lanciato da Emphas.is, una piattaforma di finanziamento collettivo di progetti fotogiornalistici diventato operativo all’ inizio di quest’ anno,  ha raccolto in soli 23 giorni oltre 8.000 dollari, con donazioni arrivate da 64 sostenitori, contro i 7.700 dollari che erano stati chiesti come base di partenza e con 18 giorni di anticipo sui tempi ipotizzati.
La giornalista ricorda di essere già stata fra gli Uiguri nel 2007 e di voler completare il ‘’racconto’’ su quella popolazione documentando gli ultimi sviluppi della situazione e aggiungendo alle immagini anche una documentazione sonora, attraverso racconti sulla storia di quel popolo, la sua musica, la sua poesia, attraverso le sue voci e la sua lingua.
Carolyn Drake punta a realizzare ‘’un archivio audiovisivo di una nazione perduta a cui – essendo considerata ‘vecchia’, un ostacolo allo sviluppo, ed essendo mussulmana in un’ era di forti stereotipi antimussulmani  – viene sostanzialmente impedito di continuare ad esistere’’.
Oltre al progetto Uiguri, il sito (ne abbiamo parlato qualche mese fa) presenta numerosi progetti in via di finanziamento.
Fra di essi uno sul Comunismo nel 21° secolo (il Partito comunista che sopravvive nel Laos), e uno dal titolo ‘’Besieged’’ (assediati), un progetto collaborativo di quattro fotografe che puntano a tornare in Congo per ricostruire visivamente il rapimento collettivo di 200 donne nel villaggio di Walikale, avvenuto l’ estate scorsa. Uno dei tanti episodi di sequestri di massa, usati sistematicamente nella zona come un’ arma bellica.