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Giornalisti: un euro a pezzo o ‘’Quattro per cinque’’?

Qui sopra, una inserzione apparsa in questi giorni su http://emarketerwebmedialab.it/job/. Parla da sola e non aggiungiamo altro.

Qui accanto, il logo della campagna 4×5, che ci sembra giusto rilanciare.

Da terre libere:

“Non lavoro per meno di 50 euro” è la campagna dei giornalisti che rifiutano di scrivere gratis. Si ispira all`esempio dei braccianti africani che a Castel Volturno hanno scioperato contro i caporali con questo slogan.

Molti dei giornali, siti e contenitori di informazione sono prodotti sfruttando giornalisti collaboratori e precari. Con contratti da fame o senza uno straccio di contratto per anni. Pagati anche 4 centesimi a riga o pochi euro ad articolo, ricattabili e isolati. Si lavora senza sapere se, quanto e quando si verrà pagati.

Non chiediamo un contratto, chiediamo rispetto. Chi aderisce alla campagna promossa dall`ebook “Quattro per cinque” non accetta più di scrivere senza garanzie. “Io mi sono sempre rifiutato” – scrive Gabriele Del Grande nella prefazione. “Motivo per cui non ho mai scritto con una serie di quotidiani che Raffaella Cosentino cita nella prima parte del suo libro e che poi sono i quotidiani che fanno le loro battaglie ipocrite contro il precariato. Ma come ben spiega anche lei, il fenomeno è ben più vasto, e anche i principali quotidiani italiani non ne sono esenti”.

I nostri obiettivi:

  1. Riconoscimento del pagamento minimo per articolo o notizia coperta (50 euro minimo)
  2. Certezza dei tempi per il pagamento   (40 giorni massimo)
  3. Regole chiare per la proposta, l`approvazione, la pubblicazione.
  4. Iscrizione al sindacato dei giornalisti con una quota ridotta (20 euro e non 100 annuali)
  5. Rappresentanza sindacale per i collaboratori all`interno delle redazioni
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