HuffPo supera il NYT per traffico, ma non per ‘’fedeltà’’

Huff-NytAll Huffington Post  la maggioranza dei visitatori (il 65%) sono di passaggio, mentre al New York Times i tre quarti delle visite vengono dal 15% dei visitatori abituali, quelli definiti ‘’addict’’, inguaribilmente dipendenti, nonostante il paywall – Inoltre il grande balzo sarebbe dovuto soprattutto all’ integrazione con i siti di AOL, che nel marzo scorso aveva rilevato il blog per 315 milioni di dollari
(nella foto: Arianna Huffington e Bill Keller, direttore del NYT)

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Il traffico  sul sito web dell’ Huffington Post ha superato per la prima volta quello del New York Times. Lo annuncia un’ analisi condotta da comScore, secondo cui – come si vede nella tabella qui sotto – i visitatori dell’ HuffPo sono arrivati a maggio a quota 35,6 milioni, contro i 33,6 milioni del NYT.

Ma, sottolinea Jeff Bercovici sul suo blog su Forbes, il balzo in avanti ‘’è dovuto soprattutto all’ integrazione del sito con AOL”, che proprio a marzo lo aveva rilevato per 315 milioni di dollari. E poi il dato grezzo, pur essendo rilevante sul piano simbolico, aggiunge un’ analisi su Poynter, non tiene conto di altri parametri importanti, come quello della fedeltà: all’ HuffPo la maggioranza dei visitatori (il 65%) sono di passaggio, mentre al NYT i tre quarti delle visite vengono dal 15% dei visitatori abituali, quelli definiti ‘’addict’’, dipendenti.

Bercovici

L’ anno scorso, rileva Memeburn.com, il traffico sul quotidiano di New York era stato di 32,5 milioni di visitatori, mentre l’ Huffington Post ne aveva registrato 23,8 milioni. Nei mesi scorsi, mentre la situazione del NYT è rimasta sostanzialmente stabile, il blog di Arianna Huffington ha registrato un grande exploit. Anche se, bisogna dirlo, il New York Times, proprio tre mesi fa  aveva introdotto  il pagamento dopo un certo numero di articoli gratis. 

Come spesso accade però, commenta memeburn.com, i dati nascondono qualcosa. Come ha rilevato Jeff Bercovici sul suo blog su Forbes, il balzo in avanti del traffico su HuffPo ‘’è dovuto soprattutto all’ integrazione del sito con AOL”, che proprio a marzo lo aveva rilevato per 315 milioni di dollari. Prima dell’ acquisizione il blog aveva 60 redattori fissi e più di 3.000 blogger/collaboratori. Ora potrebbe contare su 1300 giornalisti a tempo pieno che fanno capo ad AOL.

Secondo i dati utilizzati da Bercovici, la sponda di AOL forniva meno dell’ 1% del traffic di HuffPo prima dell’ acquisizione, ma ‘’quel numero è salito alle stelle’’.

Lanciato nel maggio del 2005, l’ Huffington Post – osserva Memeburn.com – si basava soprattutto su una grossa squadra di blogger non pagati per creare una voce che fosse indipendente, sfrontata e sincera. Non corre buon sangue fra la creatrice dell’ HuffPo e il direttore del NYT, Bill Keller, che una volta l’ ha definita la ‘’regina dell’ aggregazione’’, con una frecciata all’ abitudine del sito a linkare articoli prodotti da altre testate.

I due siti sono comunque lontani dal traguardo della prima fonte americana di informazione non stop. L’ onore resta per ora a Yahoo! News, che a maggio aveva 73 milioni di visitatori unici, seguito dalla CNN con 64 milioni.

Ma – osserva Poynter – bisogna andare oltre il dato grezzo del numero dei visitatori e considerare anche altri parametri, come ad esempio, la fedeltà. Secondo i dati elaborati da Quantcast, infatti,  i tre quarti delle visite al sito del NYT vengono dal 15% dei visitatori indicati come “addict” e il 51% sarebbero visitatori ‘’abituali’’. All’ HuffPo, invece, la maggioranza dei visitatori (65%) sono di passaggio, mentre solo l’ 1% sarebbero dei fedelissimi, degli “addict”.

Le differenze di fedeltà hanno delle importanti implicazioni sul piano economico – commenta Poynter -, specialmente per il New York Times, che ha una ulteriore metro – e i relativi benefici – di questo attaccamento alla testata: gli abbonamenti a pagamento.