Una ricerca del Pew Internet and American Life Project  smentisce i luoghi comuni secondo cui i network come Facebook, Twitter o LinkedIn incoraggerebbero le persone a starsene chiusi nel loro bozzolo insieme a quelli come loro, condividendo punti di vista e appartenenze socioculturali  – La ricerca mostra anche, secondo il Knight digital media Center, che è sempre più importante anche per i giornalisti e le redazioni stringere legami con le persone attraverso i media sociali, anche per la difesa delle comunità e della democrazia
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Internet e i media sociali vengono spesso accusati di produrre un effetto-eco,  incoraggiando le persone a starsene nel loro bozzolo insieme ad altri individui come loro e a nutrirsi di notizie/informazioni che riflettono i loro punti di vista e le loro attuali appartenenze socioculturali. Ma una nuova ricerca compiuta dal Pew Internet and American Life Project smentisce questo luogo comune.
Cosa che – osserva Amy Gahran su KnightDigitalMediaCenter – rende più importante che mai anche per i giornalisti e le redazioni stringere legami con le persone attraverso i media sociali, anche per la difesa delle comunità e della democrazia.
La Ricerca (intitolata Social Networking Sites and Our Lives, si basa su un sondaggio compiuto su 2.255 americani adulti ed è stata completata nel novembre scorso) ha scoperto che l’ 80% dei cittadini usa internet e che circa il 60% degli internauti (quasi la metà di tutta la popolazione adulta, quindi) usa anche almeno un servizio di social networking, come Twitter, Facebook, MySpace, ecc. L’età media degli utenti adulti è di 38 anni. E quindi, chiaramente, i social media sono diventati ora un canale di comunicazione mainstream per una parte sostanziosa del cuore dell’ audience delle terstate giornalistiche online Usa.
Secondo Pew, Facebook è la piattaforma di social networking più popolare: il 92% delle persone che frequentano i network sociali sono su FB, il 29% usano MySpace, il 18% LinkedIn e il 13% Twitter. Ovviamente molti usano anche due o più piattaforme.
Per quanto riguarda il versante dell’ informazione giornalistica, Amy Gahran sottolinea come dalla dalla Ricerca emerge che giornalismo e media sociali ‘’sono dalla stessa parte’’. Internet e i social media non sono nemici del giornalismo né dell’ industria dell’ informazione.
‘’Questo significa – aggiunge – che probabilmente è più importante di sempre che anche i giornalisti e le redazioni si impegnino nel campo dei media sociali. Non si tratta solo di far convergere traffico sul vostro sito. Non si tratta solo di trovare idee e spunti per articoli e servizi o stimolare feedback agli articoli. Si tratta invece di fare quello che i giornalisti dovrebbero fare e che le nostre comunità e i nostri lettori vorrebbero che noi facessimo’’.
Viene da  evocare il giornalismo ‘’pubblico’’ o ‘’civile’’ – quel movimento di cui Jay Rosen nel 2001 aveva parlato ampiamente nel suo libro What Journalists are For. Il Pew Center for Civic Journalism, attualmente in letargo, lo descriveva così: ‘’La convinzione che il giornalismo ha un’ obbligazione nei confronti della vita collettiva, un’ obbligazione che va oltre il solo racconto di qualche vicenda o lo scarico di un po’ di fatti. Il modo con cui facciamo giornalismo influisce sul modo in cui va la vita pubblica. Il giornalismo può aiutare una comunità a rafforzarsi oppure la può disarmare e indebolire’’.
Il giornalismo civile – prosegue Gahran – è stata una pratica controversa sul piano dell’ etica nelle redazioni delle testate mainstream, specialmente per quanto riguarda la questione dell’ oggettività . Ma molto di quello che le persone stanno facendo con e sui social network è pienamente in linea con il tipo di impegno collettivo che chi punta al giornalismo ‘’pubblico’’ cerca di praticare.
Forse è venuto il momento di rivisitare il giornalismo impegnato – conclude la giornalista – alla luce di quello che la gente sta facendo con i social media, e soprattutto alla luce dei risultati di questa ricerca del Pew. Forse l’ impegno nei media sociali potrebbe essere un modo più agevole e costruttivo per raggiungere quegli obbiettivi, e ridurre la pressione per cercare di raggiungerli direttamente attraverso i servizi giornalistici.