Informarsi mentre si lavora
Il processo di acquisizione delle notizie, che una volta era concentrato nelle ore libere e a casa, si sta spostando sempre di più nell’ arco delle ore lavorative, modificando il rapporto fra individui e informazione – Un articolo di Mediawatch analizza gli studi di un sociologo della Northwestern University di Chicago, autore di un libro intitolato proprio ‘’News at work’’
—–
Il tempo dedicato all’ informazione, una volta tradizionalmente concentrato nelle ore libere trascorse in casa, si va spostando sempre di più nell’ arco del tempo dedicato al lavoro e questo processo modifica il rapporto fra individui e informazione.
Un sociologo argentino che lavora alla Northwestern University di Chicago, Pablo J. Boczkowski,  ha dedicato a questo fenomeno – finora poco analizzato – un saggio dal titolo “News at work”, pubblicato negli Stati Uniti (‘’News at Work: imitation in an age of information abundance’’, The University of Chicago Press).
Partendo dal dato di un forte aumento della frequentazione dei siti dei giornali online durante le ore di lavoro – racconta su Mediawatch Denis Teyssou in un articolo dedicato all’ evoluzione del consumo di informazione -, lo studioso ha condotto una serie di inchieste fra gli internauti per analizzare le abitudini di consumo dell’ informazione online. Indagini che hanno rivelato il fenomeno emergente di una accresciuta consultazione dei siti di informazione sulla rete, a più riprese nel corso della giornata, modificando le abitudini di consumo che, con la carta o la televisione, corrispondevano in passato al tempo libero in casa.
‘’Il tempo di lavoro diventa quindi il tempo dell’ attività di informarsi’’, sottolinea Boczkowski, secondo cui ‘’il consumo di notizie online in un ambiente di lavoro ha delle conseguenze anche fuori dell’ ufficio’’ perché ‘’i consumatori sono meno inclini a guardare l’ informazione online quando sono a casa o non sono al lavoro durante i week end. Gli intervistati (dagli addetti alla ricerca) associano spesso infatti le informazioni online ai computer e i computer al lavoro’’.
Questo consumo dell’ attualità sul luogo di lavoro – commenta Mediawatch – si caratterizza con frequenti visite successive ai siti di informazione online, con una importanza crescente accordata alle home page di questi siti e con una attenzione ridotta all’ attualità e ai soggetti istituzionali, aggiunge il ricercatore, già autore nel 2004 di una prima opera consacrata alle innovazioni nei giornali online (‘’Digitizing the news: innovation in online newspapers’’, MIT Press).
Questo fenomeno si accompagna ad una omogeneizzazione dei siti di informazione, visto che i giornalisti possono facilmente sorvegliarsi reciprocamente sulla rete e imitarsi gli uni con gli altri. E questa ‘’spirale di somiglianza’’ che riguarda soprattutto l’ attualità (le ultime notizie importanti) potrebbe a termine ‘’ostacolare la capacità dei media di giocare un ruolo da cane di guardia’’, avverte Pablo Boczkowski.
In un altro articolo, recentemente pubblicato nella rivista Communication Research e scritto con due suoi colleghi, il sociologo argentine si è interessato allo studio dello ‘’sfasamento tematico tra le informazioni fornite dai giornalisti e le preferenze dei consumatori’’.
L’ analisi delle prime pagine di 11 giornali online appartenenti a sistemi mediatici diversi (sei paesi: Argentina, Brasile, Germania, Messico, Regno Unito e Spagna) e con posizioni ideologiche e linee editoriali diverse, comparate agli articoli più letti dagli internauti, mostra secondo Boczkowsky ‘’l’ inclinazione dei giornalisti verso gli affari pubblici e quella del pubblico verso una informazione meno istituzionale’’.
Questa divergenza mette in evidenza – prosegue Mediawatch – uno ‘’sfasamento tematico importante e significartivo fra le scelte deui giornalisti e qelle del pubblico in materia di informazione’’, tema che sarà al centro di un suo prossimo libro.
Sempre in questo ambito di tematiche Mediawatch cita anche un recente articolo dei sociologi francesi Fabien Granjon e Aurélien Le Foulgoc (Revue Réseaux “Presse en ligne” 160-161, 2010), che prende in esame alcuni studi secondo cui ‘’la popolazione che consuma contenuti di attualità su internet è anche quella che consuma il grosso delle notizie alla televisione, in radio e sui giornali, con cadenza quotidiana’’.
I due studiosi rilevano anche che, accanto agli utenti che hanno un interesse marcato per l’ attualità , un buon numero di internauti consultano le informazioni ‘’come una opportunità che essi non avevano specificamente cercato’’, sia in seguito a indicazioni rievute per mail, sia come raccomandazioni sui siti delle reti sociali.
Quanto ai sistemi di espressione, ‘’lo scritto resta particolarmente apprezzato dagli internauti che, se è vero che si interessano sempre di più a contenuti innovative come i video brevi, restano ancora attirati dai formati semiotici più classici e più legittimati’’, sottolineano i due ricercatori.